Esposizione dei Salmi

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Salmo 3

1 - [v 1.] David figura di Cristo

Salmo di David, nel fuggire dal cospetto di Assalonne, suo figlio.

Ci convincono che questo salmo è detto della persona di Cristo le parole: Mi sono coricato e ho preso sonno, e mi sono levato perché il Signore mi sorregge. ( Sal 3,6 )

Tali parole, infatti, si adattano di più alla passione e alla risurrezione del Signore che a quella vicenda in cui si narra che David fuggì davanti a suo figlio, in armi contro di lui. ( 2 Sam 15,17 )

Siccome poi dei discepoli di Cristo sta scritto: Finché con essi è lo sposo, non digiunano i figli dello Sposo, ( Mt 9,15 ) non è strano che l'empio figlio di David raffiguri l'empio discepolo che tradì Cristo.

E anche se storicamente si può intendere che [ Cristo ] fuggì dal suo cospetto quando, andatosene il discepolo, si ritirò con gli altri sul monte, tuttavia, in senso spirituale si può correttamente ritenere che Cristo sia fuggito dalla faccia di lui allorché il Figlio di Dio, cioè la potenza e la sapienza di Dio, abbandonò l'anima di Giuda nel momento in cui il diavolo la occupò completamente, come appunto sta scritto: e il diavolo entrò nel suo cuore. ( Gv 13,2 )

Non già perché Cristo si ritirasse di fronte al diavolo, ma perché il diavolo, allontanandosi Cristo, se ne impadronì.

Credo che l'allontanarsi, in questo salmo, sia chiamato fuga a causa della rapidità, il che è espresso anche dalle parole del Signore: quello che fai, fallo presto. ( Gv 13,27 )

Parliamo così anche nell'uso comune, tanto che diciamo: mi sfugge, di ciò che non ci viene in mente; e di un uomo dottissimo diciamo: niente gli sfugge.

La verità dunque fuggì dall'anima di Giuda, allorché cessò di illuminarla.

Orbene Assalonne, così certuni traducono, in latino significa pace del Padre.

Può apparire strano in qual modo si possa intendere pace del Padre, sia nella storia dei regni dato che Assalonne mosse guerra contro il padre, sia nella storia del Nuovo Testamento dato che Giuda fu il traditore del Signore.

Ma anche là quanti leggono attentamente vedono che in quella guerra David serbò sentimenti di pace verso il figlio, e anzi, con grande dolore ne pianse la morte, dicendo: Assalonne, figlio mio, chi mi concederà di morire per te? ( 2 Sam 19,1 ) nella storia del Nuovo Testamento, poi, per quella grande e ammirabile pazienza di nostro Signore nel tollerare il traditore come fosse un fedele, pur non ignorando i suoi pensieri; nell'ammetterlo alla Cena in cui raccomandò e donò ai discepoli il sacramento del suo corpo e del suo sangue; nell'accettare infine il suo bacio nel momento stesso del tradimento, ( Mt 26,49 ) si comprende bene come Cristo abbia offerto al suo traditore la pace, benché questi fosse sconvolto dalla guerra interiore suscitata dalla sua tanto scellerata decisione.

E per questo Assalonne è detto pace del Padre, perché il padre ebbe la pace che egli non ebbe.

2 - [vv 2.3.] Signore, come si sono moltiplicati coloro che mi perseguitano!

Tanto si sono moltiplicati che neppure tra i discepoli manca chi è passato nel novero dei persecutori.

Molti insorgono contro di me; molti dicono alla mia anima: non c'è salvezza per lui nel suo Dio.

È evidente che non lo avrebbero ucciso, se avessero avuto fiducia nella sua risurrezione.

Questo significano le parole: discenda dalla croce se è figlio di Dio; e: ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. ( Mt 27,40.42 )

Neppure Giuda dunque lo avrebbe tradito, se non fosse stato nel numero di coloro che disprezzavano Cristo, dicendo: non c'è salvezza per lui nel suo Dio.

3 - [v 4.] Le parole: ma tu, Signore, sei il mio assuntore sono rivolte a Dio in quanto uomo; perché l'assunzione dell'uomo è il Verbo fatto carne.

Mia gloria: chiama Dio sua gloria anche colui che è stato assunto dal Verbo di Dio in tal modo da divenire, insieme a Lui, Dio. Imparino i superbi, i quali ascoltano malvolentieri quando si dice loro: che hai che tu non abbia ricevuto?

E se hai ricevuto, di che ti glori quasi tu non avessi ricevuto? ( 1 Cor 4,7 )

Tu sei colui che rialza il mio capo.

Credo che si debba intendere qui la stessa mente dell'uomo, la quale a buon diritto è chiamata capo dell'anima, poiché si è così unita e in certo modo congiunta alla infinita eccellenza del Verbo che assume l'uomo, da non essere avvilita nemmeno nell'immensa umiltà della passione.

4 - [v 5.] Pregare Dio col cuore

Con la mia voce ho gridato verso il Signore, cioè non ho gridato con la voce del corpo, la cui sonorità risulta dalla vibrazione dell'aria, ma con la voce del cuore, che è silenziosa per gli uomini ma a Dio suona come un grido.

Susanna ( Dn 13,44 ) fu esaudita con questa voce; con questa voce il Signore stesso ci ha insegnato a pregare senza rumore nei luoghi chiusi, cioè nel segreto del cuore. ( Mt 6,6 )

E non si venga a dire che si prega meno intensamente per il fatto che nessuna parola esce dalla nostra bocca; infatti anche quando preghiamo silenziosamente nel nostro cuore, se dei pensieri estranei vengono a distrarre dal suo raccoglimento colui che prega, non possiamo più dire: con la mia voce ho gridato verso il Signore.

Possiamo correttamente dire queste parole soltanto quando l'anima, senza trascinarsi dietro niente della carne e niente dei propositi carnali, da sola parla al Signore.

Allora questa preghiera si può ben chiamare grido per il vigore della tensione che la anima.

E mi ha esaudito dal suo santo monte.

Dal profeta il Signore stesso è indicato come monte, ove sta scritto che la pietra distaccata senza le mani dell'uomo è cresciuta sino alla grandezza di una montagna. ( Dn 2,35 )

Ma queste parole non possono essere accolte come dette dalla sua persona stessa, a meno che egli non abbia voluto dire così: da me stesso, come dal suo santo monte, mi ha esaudito, in quanto abitava in me, cioè abitava nel monte medesimo.

È più chiaro però e più semplice intendere che Dio lo ha esaudito per la sua giustizia.

Era giusto infatti che l'Innocente ucciso, al quale è stato retribuito male per bene, risuscitasse dai morti e ripagasse i persecutori con degna mercede.

Leggiamo infatti: la tua giustizia è come i monti di Dio. ( Sal 36,7 )

5 - [v 6.] Concetto di profezia

Io ho dormito, e ho preso sonno.

Si può osservare che non senza ragione è detto Io, per fare intendere che di sua volontà [ il Cristo ] ha sopportato la morte, conforme alle parole: per questo il Padre mi ama, perché io dò la mia vita per riprenderla poi.

Nessuno me la toglie; ho potere di darla, ed ho potere di riprenderla. ( Gv 10,17.18 )

Per questo motivo egli dice: voi non mi avete preso e ucciso quasi contro la mia volontà, ma io ho dormito e ho preso, sonno, e mi sono levato, giacché il Signore mi sorregge.

Innumerevoli volte, infatti, le Scritture recano sonno per morte, come dice l'Apostolo: non voglio che voi restiate all'oscuro, fratelli, riguardo a coloro che hanno preso sonno. ( 1 Ts 4,13 )

Non occorre indagare perché è aggiunto ho preso sonno, dato che già ha detto ho dormito.

Le Scritture sono solite infatti usare ripetizioni di questo genere, come già abbiamo mostrato più volte nel secondo salmo.

Alcuni codici peraltro riportano: ho dormito, e sono stato preso dal sopore.

Altri interpreti recano altrimenti, nel modo in cui sono riusciti a tradurre le parole greche έγώ δέ έχοιήθην χαί ϋπνωσα.

A meno che non si possa intendere l'addormentarsi come proprio del morente, e il sonno del morto, in modo che l'addormentarsi sia lo stato dal quale si passa al sonno, come il ridestarsi è lo stato dal quale si passa alla veglia.

Non dobbiamo credere che nei libri divini queste ripetizioni siano poste a scopo di inutile ornamento del discorso.

Corretto è dunque tradurre io ho dormito e ho preso sonno: cioè io ho concesso me stesso alla passione, e la morte è venuta dopo.

E mi sono levato giacché il Signore mi sorreggerà.

Qui dobbiamo prestare maggiore attenzione per capire perché vi sia, in una sola proposizione, il verbo al tempo passato e al tempo futuro.

Prima infatti è detto: Mi sono destato, che concerne il passato, e poi sorreggerà che riguarda il futuro; non avrebbe certamente potuto risorgere, senza essere così sorretto.

Ebbene, nella profezia, giustamente i tempi futuri si mischiano a quelli passati, per significare gli uni e gli altri.

Infatti le cose che sono profetate per l'avvenire, sono future secondo il tempo: ma secondo la conoscenza di coloro che le profetizzano, sono da considerare come già avvenute.

Si mischiano nelle profezie anche i verbi al tempo presente dei quali tratteremo a loro luogo, quando li incontreremo.

6 - [v 7.] Non avrò timore delle migliaia di persone che mi circondano.

Nel Vangelo è scritto che una grande folla Lo circondava mentre soffriva e veniva crocifisso. ( Mt 27, 9ss )

Lèvati o Signore, salvami mio Dio.

L'esortativo lèvati non è detto a Dio come se dormisse o se ne stesse a giacere; ma è caratteristico delle Scritture divine attribuire alla persona di Dio ciò che accade in noi; non certo in ogni caso, ma laddove si può dire correttamente, come quando si dice che egli parla, mentre per suo dono parlano i Profeti o gli Apostoli, oppure qualsiasi altro messaggero della verità.

Per questo l'Apostolo dice: volete forse ricevere una prova che Cristo parla in me? ( 2 Cor 13,3 )

Non ha detto: di colui per la cui illuminazione o per cui ordine io parlo; ha attribuito invece il parlare stesso a colui per il cui dono parlava.

7 - [v 8.] Poiché tu hai colpito tutti coloro che mi avversavano senza motivo.

Non si deve stabilire così la punteggiatura, quasi fosse una sola proposizione: lèvati, o Signore, salvami mio Dio, perché tu hai colpito tutti coloro che mi avversavano senza motivo.

Non lo salva per questo, perché ha colpito i suoi nemici; ma piuttosto li ha colpiti dopo averlo salvato.

Si riferisce insomma alle parole che seguono, in modo che il senso sia questo: poiché tu hai colpito tutti coloro che mi avversavano senza motivo, hai spezzato i denti dei peccatori; cioè hai rotto i denti dei peccatori, giacché hai colpito tutti i miei avversari.

La pena dei nemici è dunque di avere i denti spezzati: cioè sono ridotte senza vigore e quasi in polvere le parole dei peccatori che con le maledizioni fanno a brani il Figlio di Dio; per denti s'intendono così le parole ingiuriose.

Di questi denti l'Apostolo dice: ma se vi mordete l'un l'altro, badate a non distruggervi a vicenda. ( Gal 5,15 )

I denti dei peccatori possono essere interpretati anche come i capi dei peccatori, per la cui autorità taluno è strappato dalla comunità di coloro che vivono rettamente, e viene quasi incorporato a coloro che vivono nel male.

A questi denti si oppongono i denti della Chiesa, per la cui autorità i credenti sono strappati dall'errore dei Gentili e delle dottrine eterogenee, e sono trapiantati in essa che è il corpo di Cristo.

Con questi denti a Pietro fu detto di mangiare gli animali uccisi, ( At 10,13 ) uccidendo cioè nelle genti quello che esse erano e tramutandole in ciò che egli era.

A proposito di questi denti della Chiesa leggiamo: i tuoi denti sono come un gregge di pecore tosate che risale dal lavacro, le quali partoriscono tutte gemelli, e non v'è tra esse una sterile. ( Ct 4,2; Ct 6,5 )

Tali sono coloro che insegnano rettamente e come insegnano così vivono: costoro obbediscono alle parole del Signore: splendano le vostre opere al cospetto degli uomini, affinché lodino il Padre vostro che è nei cieli. ( Mt 5,16 )

Persuasi dalla autorità di costoro, gli uomini credono in Dio che parla ed opera per loro mezzo, e, separandosi dal secolo cui si erano conformati, si mutano in membra della Chiesa.

Giustamente perciò costoro, per i quali tutto questo accade, sono chiamati denti simili a pecore tosate, perché hanno abbandonato i pesi delle cure terrene, e, risalendo dal lavacro, ossia purificati della lordura del secolo per mezzo del sacramento del battesimo, partoriscono tutti gemelli.

Adempiono infatti ai due comandamenti, a proposito dei quali è scritto: in questi due precetti si riassume tutta la legge e i profeti; ( Mt 22,40 ) amano Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, e il prossimo come se stessi.

Nessuno tra essi è sterile, giacché rendono a Dio tali frutti.

In questo senso dunque si debbono intendere le parole: Hai spezzato i denti dei peccatori; cioè hai privato di ogni forza i capi dei peccatori, colpendo tutti coloro che mi avversavano senza motivo.

I capi infatti, secondo la narrazione evangelica, lo hanno perseguitato, mentre la folla degli umili lo onorava.

8 - [v 9.] Dal Signore viene la salvezza, e sul tuo popolo la tua benedizione.

In una sola proposizione ha insegnato agli uomini ciò in cui debbono credere, e ha pregato per i credenti.

Dicendo infatti: del Signore è la salvezza, ha rivolto la parola agli uomini, ma non continua così: e sul suo popolo la sua benedizione, come per riferire tutto agli uomini; ma la preghiera si rivolge a Dio stesso a vantaggio del medesimo popolo cui è detto: del Signore è la salvezza.

Cosa vuol dire dunque se non che nessuno presuma troppo di sé, giacché spetta al Signore salvare dalla morte del peccato?

Dice infatti l'Apostolo: me infelice uomo; chi mi libererà da questo corpo di morte?

La grazia di Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. ( Rm 7,24.25 )

Quanto a te, o Signore, benedici il tuo popolo che spera salvezza da te.

9 - [v 10.] La Chiesa è il Cristo totale

Questo salmo può essere riferito anche in un altro senso alla persona di Cristo, nel senso cioè che egli quivi parli tutto intero: tutto intero dico, con il suo corpo di cui è capo, come dice l'Apostolo: voi siete infatti il corpo e le membra di Cristo. ( 1 Cor 12,27 )

Egli è dunque il capo di questo corpo.

Ecco perché altrove è detto: ma operando la verità nell'amore, ci accresciamo in ogni modo in lui che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo è connesso e composto. ( Ef 4,15.16 )

Insieme dunque, nel profeta, parlano il Capo e la Chiesa costituita in tutto il mondo in mezzo alle tempeste delle persecuzioni, come sappiamo essere già accaduto: Signore, come si sono moltiplicati coloro che mi perseguitano!

Molti insorgono contro di me desiderosi di sterminare il nome cristiano.

Molti dicono alla mia anima: non c'è salvezza per lui nel suo Dio.

Non spererebbero di poter distruggere in qualche modo la Chiesa così largamente diffusa, se credessero che Dio si prende cura di lei.

Ma tu, o Signore, sei il mio assuntore: in Cristo, senza dubbio.

Infatti anche la Chiesa, in quell'uomo, è stata assunta dal Verbo, che si è fatto carne e ha abitato tra noi: ( Gv 1,14 ) poiché ci ha fatto sedere insieme con lui ( Ef 2,6 ) nelle sedi celesti.

Quando il capo precede, le altre membra lo seguono.

Infatti, chi ci separerà dall'amore di Cristo? ( Rm 8,35 )

Giustamente perciò anche la Chiesa dice: sei il mio assuntore, la mia gloria.

Non attribuisce a sé ciò in cui eccelle, comprendendo che è tale per grazia e misericordia di lui.

Tu colui che rialza il mio capo: proprio quello stesso che, primogenito dai morti, è asceso in cielo.

Con la mia voce ho gridato verso il Signore, e mi ha esaudito dal suo santo monte.

Questa è la preghiera di tutti i santi, l'odore soavissimo che sale al cospetto del Signore.

Ecco che già la Chiesa è esaudita dal monte stesso, che è anche il suo Capo: oppure è esaudita da quella giustizia di Dio dalla quale sono liberati i suoi eletti, e puniti i loro persecutori.

Dica dunque anche questo, il popolo di Dio: Io ho dormito, e ho preso sonno, e mi sono destato, perché il Signore mi sorreggerà, per unirsi e stare stretto al suo Capo.

A questo popolo infatti è detto: risvegliati tu che dormi, e sorgi dai morti, e Cristo ti sarà vicino; ( Ef 5,14 ) giacché è stato tratto dai peccatori, dei quali è detto in generale: coloro che dormono, di notte dormono. ( 1 Ts 5,7 )

Dica anche: non avrò timore delle migliaia di genti che mi circondano, cioè delle genti che lo assediano per annientare, se fosse possibile, il nome cristiano ovunque esso si trovi.

Ma come temere, quando l'ardore dell'amore per Cristo divampa, alimentato come da olio per il sangue dei martiri?

Lèvati, o Signore, salvami, mio Dio.

Il corpo può dire questo al suo stesso Capo, perché è stato salvato nell'elevazione di quello che è sceso in alto, ha fatto prigioniera la schiavitù, ha dato doni agli uomini. ( Sal 68,19 )

Il profeta così si esprime riferendosi alla predestinazione, per la quale quella messe matura, di cui si parla nel Vangelo, ( Mt 9,37 ) depose a terra il Signore nostro, e la cui salvezza è nella resurrezione di colui che si è degnato di morire per noi.

Poiché tu hai colpito tutti coloro che mi avversavano senza motivo, hai spezzato i denti dei peccatori.

Mentre ormai regna la Chiesa, i nemici del nome cristiano sono colpiti dalla confusione, e sono rese vane sia le loro macchinazioni calunniose, sia il loro potere.

Abbiate dunque fede, uomini, perché del Signore è la salvezza; e sia, o Signore, sul tuo popolo la tua benedizione.

10 - [v 11.] Anche ciascuno di noi può dire, quando la folla dei vizi delle passioni tenta di trascinare l'anima riluttante sotto la legge del peccato: Signore, come si sono moltiplicati coloro che mi perseguitano, molti insorgono contro di me.

E poiché per lo più accade che si insinua la disperazione nella salvezza con l'accumularsi dei vizi - questi infatti prendono quasi d'assalto l'anima, e il diavolo e i suoi angeli operano con le loro funeste suggestioni alla nostra disperazione - con molta verità è detto: molti dicono alla mia anima: non c'è salvezza per lui nel suo Dio.

Ma tu, o Signore, sei il mio assuntore.

Questa è la speranza, perché [ Dio ] si è degnato di assumere la natura umana in Cristo.

Mia gloria, per quel principio secondo il quale nessuno deve attribuire alcunché a se medesimo.

E colui che rialza il mio capo, cioè colui che è il Capo di tutti noi, oppure lo spirito di ognuno di noi che è il capo dell'anima e della carne.

Infatti capo della donna è l'uomo e capo dell'uomo è Cristo. ( 1 Cor 11,3 )

Orbene, la mente si leva in alto quando si può dire: con la mente servo la legge di Dio, ( Rm 7,25 ) in modo che tutte le altre cose dell'uomo si sottomettano in pace, dal momento che già la morte è assorbita nella vittoria con la risurrezione della carne. ( 1 Cor 15,54 )

Con la mia voce ho gridato verso il Signore, con quella voce intima e intensissima.

E mi ha esaudito dal suo santo monte: da parte di quello stesso per cui mezzo ci ha soccorso e con la cui mediazione ci esaudisce.

Io ho dormito e ho preso sonno, e mi sono destato, giacché il Signore mi sorreggerà.

Quale fedele non può dire queste parole, ripensando alla morte dei suoi peccati e al dono della rigenerazione?

Non avrò timore delle migliaia di persone che mi circondano.

Senza contare le calamità che in tutto il mondo ha affrontato e affronterà la Chiesa, anche ciascuno di noi è circondato da tentazioni, dinanzi al cui assedio dice: lèvati, o Signore, salvami, mio Dio, cioè fammi risorgere.

Le parole: poiché tu hai colpito tutti coloro che mi avversavano senza motivo, sono giustamente dette - riferendosi alla predestinazione - del diavolo e degli angeli suoi, che non solo incrudeliscono contro il corpo di Cristo nel suo complesso, ma anche in particolare, contro ciascuno dei suoi membri.

Hai spezzati i denti dei peccatori.

Ciascuno ha chi lo maledice; ed ha anche chi gli è maestro di vizi e tenta di strapparlo dal corpo di Cristo.

Ma del Signore è la salvezza.

Dobbiamo guardarci dalla superbia e dobbiamo dire: si è unita a te l'anima mia. ( Sal 63,9 )

E sul tuo popolo la tua benedizione, cioè su ciascuno di noi.

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