Le realtà umane

F 41

Straniero

Rif.

Il problema dello straniero è tanto antico quanto quello dell'umanità.
È tuttavia uno di quelli che hanno avuto nella Scrittura la trattazione più esplicita.
La Bibbia fa sua la legislazione, ancora rara a quell'epoca, che umanizza il problema obbligando all'ospitalità verso lo straniero.
Ben presto questo obbligo prende un rilievo commovente: lo straniero diventa infatti un tipo religioso, il sacramento stesso della vocazione di Israele, che fu esso stesso straniero.
Di più, la presenza dello straniero in mezzo al popolo ricorda a questo la sua vocazione e il significato della sua elezione per la salvezza delle nazioni.
Tutta la legislazione in favore dello straniero ha le sue radici in questa vocazione.
C 16
Meglio ancora: Cristo e la Chiesa assumeranno per vocazione l'aspetto dello straniero.
L'accoglienza dello straniero,
E 75
per il cristiano, non è dunque più solo un atto di filantropia, ma il riconoscimento della propria vocazione.

Testi

Rilievi

Rif.

Gb 19,14-15
Sal 69,9
Es 1,8-22
2 Re 24,10-25,21
Ger 10,18
Eb 11,8-16
Lamenti di coloro che vivono come stranieri; tragica situazione degli stranieri in un paese nemico.

Es 20,10
Es 22,20
Es 23,9
Tre dei più antichi testi legislativi fissano già le leggi dell'ospitalità e del rispetto dello straniero.
Da sottolineare: il motivo di questa legge non è in una qualunque filantropia, ma è nel ricordo del proprio stato di straniero in Egitto.

Ger 22,3
Dt 10,18-19
Dt 24,14-22
Stesse disposizioni in Dt.

Gen 27,46
1 Re 1,8
Dt 7,1-4
Esd 9
La legislazione resta tuttavia severa sul matrimonio con straniere; soprattutto il Dt., e poi al ritorno dall'esilio.
E 66

Lv 25,25
Sal 39,13
1 Cr 29,14-15
L'esperienza dell'esilio fa progredire ancora il motivo dell'aiuto allo straniero.
Israele deve amare lo straniero non più soltanto perché egli è vissuto straniero in Egitto, ma perché è egli stesso straniero, in una terra che appartiene a Dio.

Rut
Mt 1,5
Il racconto dettagliato dell'accoglienza di una straniera esplicita la vocazione di Israele: la salvezza delle nazioni.
Più ancora: la parte degli stranieri in questa salvezza,
C 16
poiché la straniera figura nella genealogia di Cristo, che non ricorda invece le donne ebree.

Gv 1,14
Mt 8,20
Cristo realizza pienamente il mistero dello straniero.
La sua incarnazione è paragonata da san Giovanni all'« accamparsi » del nomade.

Gv 16,6-7
Giovanni vede anche la sua Pasqua come la realizzazione del suo « passaggio » di straniero.

Mt 25,35-43
Cristo ha talmente assunto la fisionomia del viandante, che accogliere questo è accogliere Cristo.

1 Pt 2,11
Ef 2,19
Eb 13,14
Gv 15,19
Gv 17,11-16
Col 3,1-4
A loro volta, i cristiani sono stranieri e viandanti, e lo mostrano con il loro distacco dal mondo.
Stranieri sulla terra, ma concittadini dei cieli, « con Cristo » che è in cielo.
C 39
C 63
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