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Ogni uomo aspira alla liberazione dalla schiavitù in tutte le sue forme: male, oppressione, dolore, morte, peccato.

Nell'Antico Testamento la liberazione dalla schiavitù è dono di Dio, che si fa conoscere a Mosè come colui che è disceso a liberare il suo popolo dalla schiavitù ( Es 3,7-8 ).

L'esodo dall'Egitto costituisce l'evento decisivo, fondante per la storia e per la fede di Israele; JHWH libera dalla schiavitù, dona la libertà e nel difficile cammino attraverso il deserto insegna al suo popolo la via da seguire per custodire la libertà.

Alla schiavitù, che talora mostra un volto seducente in quanto offre una certa sicurezza e garanzia di sopravvivenza esonerando dalla responsabilità di usare della propria libertà, l'Antico Testamento contrappone il libero servizio a Dio.

Dio stesso indica quale sarà il segno dell'avvenuta liberazione dall'Egitto: "Servirete Dio su questo monte" ( Es 3,12 ).

Nell'adesione all'Alleanza con Dio sta la vera libertà.

Il popolo di Israele nel corso della sua storia è ripetutamente invitato a scegliere chi servire e a rinnovare costantemente la sua scelta ( Gs 24,14-24 ).

L'infedeltà all'Alleanza comporta la ricaduta nella schiavitù, ma sempre Dio perdona, riconferma la sua Alleanza e rinnova in mezzo al suo popolo i prodigi dell'esodo ( Is 40,3; Is 43,1-21 ).

L'esperienza della propria radicale incapacità di tener fede all'Alleanza porta Israele a sperare, ad attendere una liberazione radicale, definitiva, sigillata da una nuova Alleanza ( Sal 130,8; Ger 31,31-34 ), ma già nell'oggi il credente riconosce i segni della liberazione che Dio opera nella sua vita, per questo loda e ringrazia, e cerca di porre, a immagine del suo Dio, dei concreti segni di liberazione a favore dei suoi fratelli ( in Israele nell'anno sabbatico, anche allo schiavo veniva restituita la libertà ).

Gesù libera dal peccato

I cristiani confessano Gesù Cristo come colui che li ha liberati dal peccato ( Rm 6,20-23; Rm 8,2 ).

Divenendo schiavo e soggiacendo alla morte per amore ( Fil 2,7-8; Gal 3,13 ), egli ha vinto la morte ( 1 Cor 15,54-57 ) e chi a lui aderisce diventa libero ( Gv 8,31-32 ), è trasformato da schiavo in figlio ( Gal 4,1-7 ).

Il credente obbedisce alla "legge della libertà" ( Gal 1,23 ), vive nella libertà dei figli di Dio ( Gal 5,1; 1 Pt 2,16 ), una libertà orientata dalla carità ( 1 Cor 8,8-13 ) e pone dei segni di liberazione nella storia degli uomini lottando contro ogni forma di schiavitù, di violenza, di peccato.

Nomade e viandante in cammino verso il Regno, sperimenta ancora la schiavitù del peccato, la schiavitù al proprio io, agli idoli del potere e del denaro, ma nella fede sa che già è stato liberato dal peccato ed è divenuto "schiavo della giustizia" ( Rm 6,17-18 ), schiavo cioè di quell'amore che lo ha giustificato, perdonato, e che genera in lui, nonostante la sua fragilità e impotenza, la libertà di amare e di servire liberamente, per amore, i suoi fratelli ( 1 Cor 9,19 ).

Schedario biblico

Concilio Ecumenico Vaticano II

Compendio della dottrina sociale

Summa Teologica