Dio

A 20

Dio « il totalmente altro »

Rif.

Tra le perfezioni che noi possiamo ammirare nelle creature e le perfezioni divine non vi è nessuna unità di misura comune.
Il "totalmente altro" ha potuto essere concepito, da principio, nel senso magico dell'intoccabile.
Israele mostrerà soprattutto che se Dio è l'altro, è anche colui che si comunica.
Dio è "il totalmente altro" perché è uno e unico,
A 4
e perché la creatura non esiste che per lui e in lui.
La sua dimora è inaccessibile.
A 7
La sua trascendenza fa di lui il Santo.
A 6
Non si può vedere Dio senza morire.
I profeti si sono fatti araldi della trascendenza di Dio facendo vedere come i pensieri di Dio siano ben superiori ai pensieri degli uomini.
Infatti è soprattutto dopo l'esilio che il popolo ebraico, acquistando coscienza della propria originalità, acquisterà anche coscienza dell'originalità di Jahvè in rapporto a tutto il resto.
Nel giudaismo, all'epoca di Gesù, il rispetto della trascendenza di Dio era tale che non si osava pronunciare il nome di Dio.
A 10
È questa la ragione per cui fu respinto Gesù, che pretendeva di essere Dio.
Tuttavia un buon numero di parole e di atti del Maestro non sono spiegabili se non mediante la sua trascendenza.

Testi

Rilievi

Rif.

Gen 14,18-20
Sal 46,11
Sal 83,9
Sal 97,9
Es 20,22
Il Dio Altissimo abita una dimora inaccessibile, in assoluta solitudine.
A 7
È la prima immagine scelta dalla Bibbia per esprimere la trascendenza.
È il più antico titolo di Jahvè.

Sal 47
Sal 66,1-5
Es 15,11-18
Is 2,11
La trascendenza di Jahvè lo rende temibile.
Egli abbassa l'orgoglio dei mortali.

Gdc 6,19-24
Gdc 13,8-25
Es 19,16-25
Es 24,9-11
Es 33,18-23
Lv 16,1-2
Nm 4,20
Gen 32,31
Dt 5,23-27
Altro modo antico di dimostrare tale trascendenza: non si può vedere Dio senza morire.
Giacobbe, Mosè, Elia, Gedeone sono stati privilegiati nello sfuggire a questa legge che difende la santità di Dio.
A 6

Gen 1
Gb 38-39
Sal 33
Is 45,9-12
Jahvè è "colui che fa esistere".
A 37
Giobbe mette in risalto la trascendenza dell'atto creativo.

Is 40,12-17
Sal 51,10-13
Sal 63,9-12
Sal 139,16-18
Gb 22,2-4
Rm 11,33-36
"Il totalmente" è indipendente da tutto ciò che l'uomo potrebbe produrre.

Gb 42,5-6
Importante via per scoprire la trascendenza di Dio: il problema insolubile della sofferenza, la cui soluzione si sa che è in Dio.
F 5

Zc 1,9-13
Zc 2,1-7
Ez 40,3
Dn 8,15-27
Dn 10,1-19
Jahvè è considerato come inaccessibile; di qui la moltiplicazione degli angeli interpreti ed esecutori.
F 20

Es 14,4-17
Es 33,2-3
Is 30,27-28
L'"Angelo di Jahvè", il "Nome" o la "Gloria"
A 29
sono espressioni usate al posto del nome di Jahvè per meglio salvaguardare la sua trascendenza.
C 16

Is 45,14-22
Zc 14,9-10
Gen 4,10-11
Ez 1
L'universalismo di Jahvè proclamato dai profeti post-esilici è un effetto della sua trascendenza:
il suo amore si estende molto più in là dei limiti ebraici.
La visione di Ezechiele rivela un Dio "il totalmente altro", padrone degli animali che rappresentano le forze cosmiche.

Sal 50,12-13.21
Gb 28
Sir 18,1-14
I profeti e i sapienti sottolineano la trascendenza di Dio mostrando che egli ha pensieri ben diversi da quelli degli uomini.
Ma appare una nota del tutto nuova. I pensieri di Dio, per quanto siano "diversi" sono comunicabili.
C 61

Fil 2,6-11
Eb 7,1-3
Gv 10,22-39
Gv 14,9-10
Gesù si attribuisce le prerogative di trascendenza riservate a Jahvè nell'A. T.
B 1

Lv 11,44-45
Mt 5,48
1 Cor 1,17-2,16
A sua volta, il cristiano, testimone di Dio, avrà nel mondo un comportamento essenzialmente "diverso" da quello del mondo.
C 21
E 4
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