Matteo

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Capitolo 5

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

Le Beatitudini

1 Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
Lc 6,20-23
2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3 « Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
4 Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Sal 126,5
Is 61,2-3
5 Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Sal 37,11
Gen 13,15
6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Is 51,1
Am 8,11-12
Pr 9,5
Sir 24,20
7 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Sal 24,3-4
Sal 11,7
Es 33,20+
Eb 12,14
Pr 12,20
9 Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
1 Pt 3,14
11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
At 5,41
Fil 1,29
Col 1,24
Eb 10,34
Gc 1,2
12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
Sir 2,8
Mt 23,34

Sale della terra e luce del mondo

13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato?
A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Mc 9,50
Lc 14,34-35
Col 4,6
Lv 2,13
Nm 18,19
14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte,
Gv 8,12+
15 né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
Lc 8,16
Gv 11,33
Mc 4,21
16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Gv 3,21
Gv 15,8
1 Cor 10,31

Il compimento della legge

17 Non pensate che io sia venuto per abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento.
Rm 3,31
Rm 10,4
Rm 13,8-10
18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.
Lc 16,17
19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimo e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli.
Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Gc 2,10

La nuova giustizia superiore all'antica

20 Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Lv 19,15s
Rm 10,3
Fil 3,9
21 Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto al giudizio.
Es 20,13
22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.
Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
Ef 4,26
Gc 1,19-20
Mt 3,12+
23 Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te,
Mc 11,25
24 lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
25 Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione.
Lc 12,58-59
26 In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!
27 Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio;
Es 20,14
28 ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
29 Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nelle Geenna.
Mt 18,8-9
30 E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna:
31 Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio;
Dt 24,1
Ml 2,14-16
32 ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Mt 19,9+
Mc 10,11-12
Lc 16,18
1 Cor 7,10-11
33 Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti;
Es 20,7
Nm 30,3
Dt 23,22
34 ma io vi dico: non giurare affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio;
35 né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re.
Gc 5,12
Is 66,1
36 Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello.
Sal 48,3
37 Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
2 Cor 1,17-19
Gc 5,12
38 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente;
Es 21,24+
39 ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra;
40 e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
Lc 6,29
Rm 12,19.21
41 E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due.
42 Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
Lc 6,30
43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico;
Lv 19,18
44 ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori,
Lc 6,27-36
45 perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.
Rm 12,20
Lc 23,34
At 7,60
Sir 4,10
46 Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete?
Non fanno così anche i pubblicani?
47 E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?
Non fanno così anche i pagani?
48 Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Lv 19,2+
Lv 11,44
1 Pt 1,16
Gc 1,4
Indice

Abbreviazioni
5,1-7,29 Il discorso sul monte
È il primo dei cinque grandi discorsi sul Regno.
Il "monte" ha un valore simbolico: richiama il Sinai, la santa montagna dell'Antico Testamento.
Gesù convoca sul monte ( Mt 5,1 ) tutto Israele ( Mt 4,25 ) e davanti a esso proclama in maniera definitiva la volontà di Dio.
5,1-12 Le beatitudini ( Lc 6,20-23 )
Gesù proclama l'amore di Dio per ogni uomo, specie per il povero: beato perché oggetto della predilezione di Dio.
Dietro le beatitudini sta la figura di Gesù, che le ha vissute in pienezza.
5,1-2 Dove predicò Gesù il suo sermone?
5,1 Gesù ha esposto lo spirito nuovo del regno di Dio ( Mt 4,17+ ) con un discorso inaugurale;
Mc lo ha omesso ( Mc 3,19+ ); Mt e Lc ( Lc 6,20-49 ) ne presentano due redazioni differenti.
Luca ha soppresso, come meno interessante per i suoi lettori, ciò che concerneva le leggi o le pratiche giudaiche ( Mt 5,17-6,18 );
Mt invece vi ha inserito anche parole pronunziate in altre occasioni ( vedere i loro paralleli in Luca ), per ottenere un programma più completo.
Nel discorso composito così ottenuto, sono trattati cinque temi principali:
1. quale spirito deve animare i figli del regno ( Mt 5,3-48 );
2. con quale spirito essi devono « perfezionare » le leggi e le pratiche del giudaismo ( Mt 6,1-18 );
3. il distacco dalle ricchezze ( Mt 6,19-34 );
4. le relazioni con il prossimo ( Mt 7,1-12 );
5. entrare nel regno con una scelta decisa e che si traduca in opere ( Mt 7,13-27 ).
- montagna: una delle colline vicino a Cafarnao.
5,3 La povertà in spirito è la disposizione interiore di chi pone tutte le sue sicurezze in Dio solo.
Qual è la prima beatitudine?
Beati: l'AT usa talvolta formule di felicitazione come queste, a proposito di pietà, saggezza, prosperità, timor di Dio ( Sal 1,1-2; Sal 33,12; Sal 127,5-6; Pr 3,3; Sir 31,8, ecc. ).
Gesù ricorda, nello spirito dei profeti, che anche i poveri hanno parte a queste « benedizioni »:
le prime tre « beatitudini » ( Mt 5,3-5; Lc 6,20-21+ ) dichiarano che uomini, considerati comunemente sventurati o maledetti, sono felici, perché sono preparati a ricevere la benedizione del regno.
Le beatitudini successive interessano più direttamente l'atteggiamento morale dell'uomo.
Altre beatitudini di Gesù: Mt 11,6; Mt 13,16; Mt 16,17; Mt 24,46; Lc 11,27-28, ecc.
Vedere anche Lc 1,45; Ap 1,3; Ap 14,13, ecc.
- i poveri in spirito: traduzione letterale;
BJ più liberamente: « Coloro che hanno un'anima da poveri ».
Il Cristo riprende la parola « povero » con la sfumatura morale già percepibile in Sofonia ( cf. Sof 2,3+ ),
esplicitata qui con l'espressione « in spirito », assente in Lc 6,20.
Indifesi e oppressi, gli « umili » o i « poveri » sono disponibili per il regno dei cieli:
tale è il tema delle beatitudini ( cf. Lc 4,18; Lc 7,22; Mt 11,5; Lc 14,13; Gc 2,5 ).
La povertà sta alla pari con l'« infanzia spirituale »,
necessaria per entrare nel regno ( Mt 18,1s; Mc 9,33s, cf. Lc 9,46; Mt 19,13sp; Mt 11,25sp:
il mistero rivelato ai « piccoli », nêpioi; cf. anche Lc 12,32; 1 Cor 1,26s ).
Ai poveri, ptôichoi, corrispondono ancora gli umili, tapeinoi ( Lc 1,48.52; Lc 14,11; Lc 18,14; Mt 23,12; Mt 18,4 ),
gli « ultimi » opposti ai « primi » ( Mc 9,35 ),
i « piccoli » opposti ai « grandi » ( Lc 9,48; cf. Mt 19,30p; Mt 20,26p; Lc 17,10 ).
Sebbene la formula di Mt 5,3 sottolinei lo spirito di povertà, presso il ricco come presso il povero, ciò che il Cristo considera generalmente è una povertà effettiva, in particolare per i suoi discepoli ( Mt 6,19s, cf. Lc 12,33s; Mt 6,25p; Mt 4,18sp, cf. Lc 5,1s; Lc 9,9p; Lc 19,21p; Lc 19,27, cf. Mc 10,28p; cf. At 2,44s; At 4,32s ).
Egli stesso dà esempio di povertà ( Lc 2,7; Mt 8,20p )
e di umiltà ( Mt 11,29; Mt 20,28p, Mt 21,5; Gv 13,12s; cf. 2 Cor 8,9; Fil 2,7s ),
e si identifica con i piccoli e gli infelici ( Mt 25,45, cf. Mt 18,5sp ).
5,4 Essere nel pianto indica soprattutto la sofferenza per gli ostacoli posti dal mondo all'adempimento della volontà di Dio.
5,5 La terra allude anzitutto a quella data in dono da Dio a Israele, ma qui è simbolo dei beni messianici: Sal 37,11.
i miti oppure « gli umili ».
Ripreso dal Sal 37 secondo i LXX.
Il v 5 è il v 4 in BJ ( cf. volg. ) perché potrebbe essere solo una glossa del v 3;
la sua omissione ridurrebbe il numero delle beatitudini a sette ( cf. Mt 6,9+ ).
5,6 Per giustizia si intende in primo luogo l'adempimento di ogni dovere verso Dio: Mt 1,19; Mt 3,15; Lc 1,6.
5,8 Nella Bibbia il cuore è la sede dell'intelligenza e della volontà.
La purezza di cuore equivale perciò alla purezza delle intenzioni.
5,10-12 La beatitudine della persecuzione è una novità del vangelo.
5,11-12 Bisogna essere un masochista per avere gioia nelle prove?
5,12 i profeti prima di voi: i discepoli sono i successori dei profeti ( cf. Mt 10,41; Mt 13,17; Mt 23,34 ).
5,13-16 Sale della terra, luce del mondo ( Mc 9,50; Lc 14,34-35 )
5,15 Vedi anche Mc 4,21; Lc 8,16; Lc 11,33.
Il moggio aveva la forma di un mastello poggiato su tre o quattro piedi.
Nell'antichità il moggio era un mobiletto a tre o quattro piedi.
Qui sarebbe questione di nascondere la lampada sotto questo mobiletto, un po' come sotto il letto di Mc 4,21p, non di spegnerla coprendola con un moggio moderno.
5,17-20 La Legge e il suo compimento ( Lc 16,17 )
5,17 La "giustizia" insegnata da Gesù ( Mt 5,6 ) porta a compimento le esigenze più profonde dell'Antico Testamento.
Legge e Profeti erano le prime due grandi parti della Bibbia ebraica;
per estensione, indicano tutto l'Antico Testamento.
Gesù non viene né a distruggere la legge ( Dt 4,8+ ) e tutta l'economia antica né a consacrarla come intangibile, ma a darle, con il suo comportamento, una forma nuova e definitiva, dove si realizza infine nella pienezza ciò verso cui la legge stessa era avviata ( cf. Mt 1,22+; Mc 1,15+ ).
Ciò si applica in particolare della « giustizia » ( v 20, cf. Mt 3,15; Lv 19,15; Rm 1,16+ ),
« giustizia perfetta » ( v 48 ), di cui le sentenze antitetiche dei vv 21-48 danno parecchi esempi significativi.
Il precetto antico diventa interiore e raggiunge perfino il desiderio e il movente segreto ( cf. Mt 12,34; Mt 23,25-28 ).
Nessun punto particolare della legge deve essere dunque omesso, a meno che non sia stato portato così al suo compimento ( vv 18-19; cf. Mt 13,52 ).
Si tratta meno di alleggerimento che di approfondimento ( Mt 11,28 ).
L'amore, in cui già si riassumeva la legge antica ( Mt 7,12; Mt 22,34-40p ),
diviene il comandamento nuovo di Gesù ( Gv 13,34 )
e compie tutta la legge ( Rm 13,8-10; Gal 5,14; cf. Col 3,14+ ).
5,17-18 Che cosa pensava Gesù della legge dell'Antico Testamento?
5,18 Lo iota è la più piccola lettera dell'alfabeto ebraico; con trattino si traduce qui una parola greca ( keraia ) che indica un segno grafico piccolissimo.
Introducendo con amen (= in verità, cf. Sal 41,14+ e Rm 1,25+ ) alcune sue parole, Gesù ne sottolinea l'autorità ( Mt 6,2.5.16, ecc.; Gv 1,51, ecc. ).
- neppure un iota o un segno dalla legge: alla lettera « non uno iota, non un piccolo tratto »;
BJ traduce: « un puntino sull'i ».
5,19-20 Pur allontanandosi dalla rigidità dei farisei, il discepolo di Gesù deve compiere la volontà di Dio ( la giustizia ) con la cura più grande.
5,21-26 Collera e riconciliazione ( Lc 12,58-59 )
5,21-22 Citazione di Es 20,13 e Dt 5,17.
La legge di Dio educa l'intimo dell'uomo, ne dirige i pensieri più segreti.
La Geènna era una piccola valle a sud di Gerusalemme, immagine popolare dell'inferno, a motivo dei rifiuti che vi bruciavano continuamente.
inteso oppure udito: l'insegnamento tradizionale era impartito oralmente, soprattutto nelle sinagoghe.
5,22 Perché Gesù disse di non chiamare qualcuno "pazzo" quando lui stesso lo fece?
stupido: BJ traduce: « cretino ».
La parola aramaica raqa significa: « testa vuota », « senza cervello ».
- sinedrio: qui il gran sinedrio che aveva sede a Gerusalemme, in opposizione ai semplici « tribunali » ( vv 21-22 ) sparsi nel paese.
- pazzo: BJ traduce: « rinnegato ».
Al primo significato del termine greco, « insensato », l'uso ebraico aggiungeva una sfumatura molto più grave di empietà religiosa.
5,27-32 Adulterio e fedeltà
5,27 Citazione di Es 20,14 e Dt 5,18.
5,28 Gesù intende riportare l'uomo a un amore puro, come è quello di Dio, non possessivo e non lesivo dell'altro.
5,29-30 Vedi Mt 18,8-9; Mc 9,43-47.
In forma paradossale Gesù afferma la necessità di difendersi contro ogni occasione di peccato e il dovere di amare Dio con tutta la propria persona.
Dobbiamo veramente tagliare la mano o il piede, oppure cavare l'occhio, se pecchiamo?
5,31 Citazione di Dt 24,1.
5,32 Nessuna reale eccezione alla indissolubilità del matrimonio: Mc 10,11-12; Lc 16,18; 1 Cor 7,10-11.
Per unione illegittima si intende l'unione illecita, proibita dalla Legge. Mt 19,3-9.
5,33-37 Sì, sì; no, no
5,33-35 Es 20,7; Nm 30,3; Dt 23,22.
5,34 Non è mai giusto giurare?
5,37 sì, sì; no, no: BJ ha: « sì? sì; no? no ».
Questa formula, apparentemente ben conosciuta ( cf. 2 Cor 1,17; Gc 5,12 ), può spiegarsi in diversi modi:
1. veracità: se è sì, dite sì; se è no, dite no;
2. sincerità: il sì della bocca ( o il no ) corrisponda al sì ( o al no ) del cuore;
3. solennità: la ripetizione del sì o del no sarebbe una forma solenne di affermazione o di negazione, che deve bastare e dispensare dal ricorrere al giuramento che impegna la divinità.
5,38-48 Vendetta, perdono, amore ( Lc 6,27-36 )
5,38-42 L'antica legge del taglione ( Es 21,23-25; Lv 24,19-20; Dt 19,18-21 ) voleva essere un superamento del principio della vendetta indiscriminata ( quale è espressa ad es. in Gen 4,23-24 ).
Gesù porta ancora più avanti l'esigenza di vita fraterna: occorre strappare dal cuore la radice stessa della vendetta, per giungere fino all'amore del nemico, imitando Dio.
5,39 Dobbiamo rinunciare a tutto?
vi dico di non opporvi: si tratta ( vedere gli esempi dei vv 39-40 ) del male da cui si è colpiti personalmente;
è proibito opporgli resistenza a modo di vendetta, rendendo male per male secondo la regola giudaica del taglione ( v 38; cf. Es 21,25+: Sal 5,11+ ).
Gesù non proibisce né di opporsi con dignità agli attacchi ingiusti ( cf. Gv 18,22s ) né, ancor meno, di combattere il male nel mondo.
5,40 toglierti: a titolo di pegno ( cf. Es 22,25s; Dt 24,12s )
È chiaro che qui Gesù dà uno stile volutamente paradossale al suo pensiero ( cf. Mt 19,24 ).
5,43 Citazione di Lv 19,18.
Gli Ebrei tendevano a considerare come loro prossimo soltanto i connazionali.
Perché l'Antico Testamento dice di odiare i nemici? E dove lo dice?
La seconda parte di questo comandamento ( « odierai il tuo nemico » ) non si trova, tale e quale, nella legge né si potrebbe trovare.
Questa espressione, forzata, di una lingua povera di sfumature ( l'originale aramaico) equivale a: « Non devi amare il tuo nemico ».
Confrontare Lc 14,26 e il suo parallelo Mt 10,37.
Tuttavia si trova, in Sir 12,4-7 e negli scritti di Qumran ( 1 QS 1,10, ecc. ), una detestazione dei peccatori che non è lontana dall'odio;
a simili espressioni ha potuto pensare Gesù.
5,44 vostri nemici: un'aggiunta precisa: « fate del bene a coloro che vi odiano ».
- persecutori: un'aggiunta porta: « e per coloro che vi maltrattano » ( cf. Lc 6,27s ).
5,46 I pubblicani riscuotevano le imposte per conto dell'autorità romana.
Per la loro collaborazione con i pagani e poiché spesso indulgevano alle prevaricazioni e alla frode erano considerati pubblici peccatori;
il loro mestiere, esercitato con esosità, votava al disprezzo pubblico ( cf. Mt 9,10; Mt 18,17+ ).