Diavolo

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È un'invisibile potenza personale ( non un simbolo astratto ) che esercita il male e vi stimola in odio a Dio e per invidia verso gli uomini.

Nel Vangelo ha una presenza assidua e vi appare come l'avversario tipico di Gesù.

Nel linguaggio popolare e corrente viene spesso chiamato "demonio" ed in quello biblicamente erudito "Satana" ( v. ): come parola greca evoca un ventaglio di idee che vanno dallo "spingere a traverso", "sconvolgere" a "disunire mettendosi tra due", ad "accusare", "calunniare" per arrivare a "ingannare", "indurre in errore": è una malignità che sintetizza ostilità e rovina.

Dal greco diàbolos, colui che "divide", il "calunniatore", in ebraico satan, "satana", "avversario", "accusatore".

La Bibbia indica con questo termine un essere personale, di per sé invisibile ma la cui azione o influsso si manifesta sia nell'attività di altri esseri ( demoni o spiriti nocivi ) sia nella tentazione.

Mentre nelle religioni orientali il male presente nel mondo e negli uomini e collegato all'esistenza di un principio del Male, in contrapposizione al principio del Bene, la Bibbia rifiuta ogni dottrina dualistica ma afferma resistenza del diavolo e mette in guardia dalle sue astuzie.

Nell'Antico Testamento ( a parte il racconto di Gen 3 ) il diavolo non ha molto rilievo.

Vi si parla di spiriti cattivi a cui alcuni israeliti offrivano sacrifici ( Dt 32,17 ).

Solo con il libro di Giobbe la figura del diavolo risulta più precisa; Satana appare come un angelo della corte celeste che non crede che l'uomo possa essere fedele a Dio in modo disinteressato ( Gb 1,9 ); egli ha una volontà ostile all'uomo e ottiene da Dio il permesso di sottoporre a dure prove Giobbe, l'uomo giusto.

Nel libro di Zaccaria ( Zc 3,1-5 ) il diavolo, da accusatore dell'uomo con il pretesto di prestare servizio a Dio, si trasforma in portatore di morte, cioè vero avversario del progetto di Dio, volto alla vita.

L'importanza della figura del diavolo cresce nel periodo ellenistico.

Nel libro della Sapienza ( Sap 2,24 ) viene dato il nome di diavolo al serpente di cui si parla in Genesi 3 e che svolge il ruolo di tentatore dell'uomo inducendolo a mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male.

Il Nuovo Testamento, ereditando questa tradizione, presenta la missione di Gesù Cristo anche come la sconfitta del diavolo.

Gesù respinge le tentazioni di Satana ( Mc 1,12-13; Mt 4,1-11; Lc 4,1-13 ) e interpreta la propria azione guaritrice degli indemoniati come segno dell'affacciarsi del Regno di Dio ( Lc 13,32 ).

Nelle parabole Satana è presentato come il nemico che semina la zizzania nel campo ( Mt 13,39 ) o che strappa dal cuore degli uomini il seme della Parola di Dio ( Mc 4,15 ).

A sua volta, Pietro lo rappresenta come un leone affamato che gira continuamente attorno ai fedeli, cercando qualcuno da divorare ( 1 Pt 5,8 ).

Per Giovanni il Figlio di Dio è venuto per distruggere le opere del diavolo ( 1 Gv 3,8 ), definito "omicida fin dal principio, […] menzognero e padre di menzogna" ( Gv 8,44 ), "principe del mondo" ( Gv 14,30; Gv 16,11 ), colui "che seduce tutta la terra" ( Ap 12,9 ).

Il dominio del mondo, che il diavolo aveva osato offrire a Gesù ( Lc 4,6 ), appartiene ormai al Cristo morto e glorificato ( Mt 28,18; Fil 2,9 ).

Il messaggio del Nuovo Testamento mette in risalto quindi la vittoria di Cristo sul peccato e sul diavolo.

Perciò Paolo può esclamare: "se Dio è dalla nostra parte, chi sarà contro di noi?" ( Rm 8,31 ), nella convinzione che "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" ( Rm 8,28 ).

Il diavolo nella dottrina cristiana

Nel IV sec., s. Giovanni Crisostomo dichiarava ai cristiani di Antiochia: "non ci fa certamente piacere intrattenervi sul diavolo, ma la dottrina della quale esso mi offre lo spunto risulterà assai utile a voi".

Nel corso dei secoli, la predicazione cristiana si è attenuta a questo principio, anche se nella cultura popolare si sono sviluppate rappresentazioni del demonio che non hanno alcun fondamento nella Bibbia.

Satana non è mai stato argomento centrale nella predicazione cristiana, interessata a mettere in risalto la signoria universale di Cristo unico signore dell'universo: unito a Cristo mediante la fede e la preghiera, il cristiano partecipa della sua vittoria sul peccato e sul diavolo.

Nel magistero è costante la preoccupazione di evitare ogni visione che affermi l'esistenza di due principi assoluti opposti: quello divino del Bene e quello diabolico del Male.

Già nel concilio di Braga ( 560 ) si condanna chi non crede che il diavolo sia anch'esso una creatura di Dio.

Cosi il concilio Lateranense IV ( 1215 ) condanna catari e albigesi ( v. ) affermando che Dio è creatore di tutte le cose: "il diavolo e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi".

Nel concilio di Trento ( 1545-63 ) si dichiara che l'uomo peccatore "è sotto la potenza del diavolo e della morte"; salvandoci, Dio "ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel Regno del suo Figlio diletto, nel quale abbiamo la redenzione".

Anche il concilio Vaticano II ( 1962-65 ) non ha mancato di mettere in guardia contro l'attività di Satana e soprattutto ha ribadito che "il Figlio di Dio con la sua morte e risurrezione ci ha liberati dal potere di Satana e dalla morte" ( Costituzione sulla liturgia Sacrosantum concilium, 6 ).

v. Demonio

Questo nome, che vuol dire accusatore, calunniatore, ha talvolta tradotto l'ebraico Satan, « avversario » ( Gb 1,6+; Sap 2,24+ ).

Il personaggio che lo porta, poiché si adopera a indurre gli uomini in colpa, è considerato responsabile di tutto ciò che contrasta l'opera di Dio e del Cristo ( Mt 13,39p; Gv 8,44; Gv 13,2; At 10,38; Ef 6,11; 1 Gv 3,8 ).

La sua disfatta significherà la vittoria ultima di Dio ( Mt 25,41; Eb 2,14; Ap 12,9.12; Ap 20,2.10 )

Mt 4,1

Magistero

E con questo, dice Paolo, potremo « spegnere tutte le frecce infuocate del maligno ».

Il diavolo infatti « non ci butta addosso fiori » ma « frecce infuocate, velenose, per uccidere ».

Meditazione Francesco
30-10-2014

A questo punto però occorre chiedersi « come possiamo fare noi per non lasciarci ingannare dal diavolo ».

L'atteggiamento giusto ce lo insegna proprio Gesù: « mai dialogare col diavolo ».

Meditazione Francesco
25-11-2016

Il diavolo « ci inganna, ci seduce, sa toccare la nostra vanità, la curiosità e noi compriamo tutto, compriamo tutto.

Meditazione Francesco
8-5-2018

Il diavolo esiste, e per la sua invidia per il Figlio di Dio che si è fatto uomo, semina l'odio nel mondo, che provoca morte.

Meditazione Francesco
12-11-2019

Catechismo della Chiesa Cattolica

Comp. 75; 125
v. Demonio