Diavolo

IndiceA

Sommario

I. Interesse attuale:
1. Culti satanici;
2. Il cinema e il demoniaco;
3. Occultismo e stregoneria;
4. La letteratura e il demoniaco;
5. Il senso del mistero;
6. La cultura della droga.
II. Il significato del diavolo:
1. Separazione da Dio ( alienazione ) e conflitto con ogni altra esistenza;
2. Dominio sul mondo secolare;
3. Il potere di manipolare le menti degli uomini;
4. Obbligazione contrattuale;
5. Il rifiuto;
6. L'espulsione.
III. Origine del concetto e funzioni del diavolo;
1. Causa seducente del peccato ( tentatore );
2. Il risultato orribile del peccato;
3. Il diavolo come angelo malfunzionante.
IV. La fenomenologia del demoniaco:
1. Il fenomeno prebiblico e postbiblico;
2. Interpretazioni diverse del fenomeno;
3. Interpretazioni diverse da parte dei cristiani.
V. Possessione demoniaca nel NT:
1. Possessione e malattia;
2. Gesù esorcista?;
3. Esorcismo e guarigione.
VI. L'esorcismo:
1. Esorcismo come preghiera;
2. Esorcismo come segno;
3. Esorcismo e chiesa;
4. Esorcismo e psicologia;
5. Criteri che giustificano un esorcismo.
VII. Esiste il diavolo?:
1. I concili;
2. Paolo VI;
3. Baudelaire, Bultmann, Rahner;
4. Argomento comune contrario;
5. Tre diversi punti di vista;
6. Più nel NT che nell'AT;
7. Insegnamento ordinario della chiesa.

I - Interesse attuale

Il professor John Cooper, preside della facoltà di filosofia alla Eastern Kentucky University, ha affermato che esistono « centinaia di persone, per le quali il culto di satana, preso nel significato serio del termine o in senso simbolico come un segno della loro alienazione, è molto reale ».1

1. Culti satanici

Charlie and thè Devii, un articolo scritto da Edward Sanders,2 spiega la coscienza del diabolico nel progetto di Charles Manson di assassinare i Tate.

Patricia Krenwinkel, una degli assassini soggiogati dall'influsso di Manson, sentiva di essere stata chiamata dal diavolo per quell'impresa mostruosa.

Manson pretendeva di essere soltanto un riflesso di coloro che lo circondavano, di essere « morto nella testa » e di essere quindi manovrato dall'anima.

Sanders sostiene che Manson era stato influenzato dalla « Process Church of the Final Judgment », un'organizzazione che ha sposato la causa del massacro della "fine del mondo".

Ad un certo punto i "processanti" vengono invitati a dedicarsi a un prolungato culto di satana, che comporta delle cerimonie demoniache.

La « Process Church of the Final Judgment » è una società segreta inglese, che cerca di celebrare e di affrettare la fine del mondo con l'assassinio, la violenza e il caos, una società i cui membri sono convinti di sopravvivere a quel bagno di sangue come popolo eletto.

I "processanti" dalla cappa e dall'abbigliamento nero erano arrivati a Los Angeles all'inizio del 1968.

Uno dei loro comandamenti diceva: « Devi uccidere ».

Essi si mostrarono tranquillamente in pubblico fino a pochi giorni dopo l'assassinio di Robert Kennedy.

Nel 1968 lavoravano attivamente nelle Santa Cruz Mountains, a San Francisco, Los Angeles, New York, New Orleans, nonché nella loro casa madre di Londra.

Stando a uno dei suoi confederati, Manson nelle sue lezioni sull'assassinio avrebbe esaltato la Process Church fin dal 1969.

Lui e alcuni altri membri della sua famiglia cominciarono a vestire cappe nere e indumenti tinti di nero come i membri di quella chiesa.

Altri due culti satanici, che secondo Sanders hanno influenzato Manson, sono la Loggia Solare dell'« Ordo Templi Orientis », un culto magico specializzato nel bere sangue, in magie sessuali sadiche e sodomitiche e nell'odio dei negri, nonché un oscuro gruppo segreto chiamato « Kirke Order of Dog Blood », dedito al "culto del male".

L'« Ordo Templi Orientis » è stato fondato in Germania nel 1902.

Il suo culto si propone di continuare l'opera dell'ordine dei cavalieri templari.

Nel 1911 Aleister Crowley formò un suo proprio "capitolo" in Inghilterra.

Da allora esso ha continuato nella sua attività ed ha attualmente il suo quartier generale mondiale in Svizzera.

Uno degli eredi spirituali di Crowley fu Jean Brayton, che ha dato vita a una Loggia Solare di circa cinquanta membri, situata negli edifici di entrata al campus della University of Southern California, con una rete di case di culto e una libreria.

I primi due gradi del « Brayton Hollywood Cult », i cosiddetti gradi di Minerva, non comportano che si beva del sangue.

Ma i livelli superiori si dilettano nel sacrificare gatti, cani, galline e capre e nel bere il loro sangue, nonché, a quanto si dice, nel compiere atti di magia sessuale, mentre il sangue animale viene versato sopra i fornicatori.

La pozione del sangue degli animali è una nuova forma di vampirismo psichedelico, che cerca di ottenere con il sangue delle reazioni orgiastiche mentre si è sotto l'effetto della droga.

Il « Kirke Order of Dog Blood » è capeggiato da una donna, che viene adorata dai suoi membri.

I suoi circa quaranta seguaci credono che essa sia la reincarnazione di Circe o, in greco, Kirke.

Gli adepti di questo culto si incidono sul petto la cosiddetta stella di Circe, una stella a quattro punte emanante da un rettangolo, e lo fanno evidentemente come un segno di adorazione verso di lei.

Essi si radunano due volte al mese, al tempo della luna nuova e della luna piena.

Sacrificano animali e praticano il vampirismo animale.

Membri della squadra omicidi della polizia di Seattle hanno riferito all'autore che molti culti satanici fioriscono a Seattle e nello Stato di Washington, dove si scoprono spesso resti di animali sacrificati.

Si ritiene che più di un centinaio di vittime umane siano state sacrificate da questi culti nel corso di un anno negli U.S.A.

Le aree selvagge del nord-ovest del Montana e la regione di Flathead Lake sono infestate dai medesimi culti, stando a un ufficiale della polizia di Seattle, inviato nel Montana per studiare il problema.

L'esistenza di questi culti è soltanto un aspetto della recrudescenza di interesse per il demoniaco.

Essi fanno pensare che coloro che cercano satana, forse l'hanno già trovato.

Assistiamo a una reviviscenza di fede nei demoni, negli spiriti cattivi, che tentano e traviano gli uomini, concepiti in qualche caso come capaci di possederli e ritenuti più spesso come infestanti certi luoghi, che rendono spaventosi.

È in tale contesto che l'autore condivide il punto di vista espresso in The Month del 3 marzo 1974: « Sembrerebbe che ci sia urgente bisogno di nuovi riti sacramentali, sia in ordine alle asserite possessioni che alle asserite infestazioni, riti i quali dimostrino anzitutto che il potere e l'amore di Dio sono più grandi di qualsiasi potere avverso, qualunque esso sia, e che reintegrino le anime afflitte nella vita normale della comunità cristiana e le assicurino che Dio si prende cura di loro e le protegge.

Con ciò non diciamo che non ci sia posto per un'azione direttamente autoritativa volta a cacciare il male, però è meglio e più saggio essere reticenti circa la natura precisa di tale male.

Anche il vangelo ci mette in guardia, quando ricorda la figura dell'uomo liberato dal possesso demoniaco, il cui ultimo stato divenne sette volte peggiore del primo.

L'esorcismo può essere soltanto un primo passo verso la riabilitazione ».

2. Il cinema e il demoniaco

William Peter Blatty, autore del soggetto e della sceneggiatura del film L'esorcista, colse molto bene la mentalità popolare quando cominciò a scrivere questa storia di una possessione diabolica.

La controcultura giovanile era in piena fioritura e una delle sue componenti era il satanismo, che era in parte uno scherzo, in parte nevrotico, in parte una fuga e in parte mortalmente serio.

Il diavolo, i demoni e le streghe non hanno soltanto affascinato l'umanità lungo il corso del tempo, ma in epoca recente hanno anche interessato il mondo del cinema.

Per quanto concerne gli strumenti della comunicazione sociale non è forse esagerato dire che il diavolo ha eclissato Dio quanto a popolarità.

Esso vi compare di frequente in una forma orribile o nell'altra.

Mai però ha rivestito una forma più repellente e vivida di quella assunta ne L'esorcista, il "padrino" dei film dell'orrore.

Il rifiuto implicito, che il film oppone alle risposte date dalla medicina e dalla psicologia ( per cui esso è stato pesantemente criticato ), è semplicemente un'ammissione che l'uomo non può mai comprendere fino in fondo il proprio mondo, per non parlare dell'universo.

Sotto questo aspetto John Hartl, critico cinematografico del Seattle Times,3 ritiene che il film rifiuti di violare il mistero di cui tratta: esso suscita un timore religioso non perché stimoli la fede nel diavolo ( in realtà è molto ambivalente su questo punto ), ma perché ci ricorda quanto conosciamo realmente poco e come possiamo trovarci inermi di fronte a qualcosa che non quadra con il nostro modo ristretto e convenzionale di vedere la realtà.

Hartl conclude che questo film è « uno schiaffo in faccia a quel tipo di orgoglio che alimenta un senso di sicurezza e di onniscienza, che l'uomo non può mai giustificare.

È lo scombussolamento prodotto da questo schiaffo - e non il demonio, il vomito e la levitazione del letto o ancora il linguaggio triviale - che lascia attoniti critici e pubblico ».

L'esorcista ha saputo cogliere l'immaginazione popolare e mettere a fuoco le ansietà, le fantasie e i timori sotterranei che sono ultimamente venuti alla luce in seno alla società contemporanea.

Esso orchestra drammaticamente gli interessi attuali per l'occultismo, i fenomeni psichici, il satanismo e l'aspirazione umana a qualche forma di presa di coscienza delle proprie inclinazioni distruttive.

I giovani, alcuni dei quali hanno sperimentato in prima persona la "coscienza alterata" prodotta dalle droghe allucinogene, accettano con facilità questa storia di una possessione diabolica.

Gli stessi "Jesus Freaks" hanno salutato con entusiasmo l'evocazione che essa fa del potere demoniaco.

3. Occultismo e stregoneria

La recente ondata di interesse per l'occultismo e la stregoneria ci dice in particolare che un certo numero di persone si orientano in questa direzione perché sono insoddisfatte dei loro precedenti legami religiosi.

Per altri l'occultismo e la stregoneria offrono un forte senso di partecipazione e una sensazione di benessere.

Alcuni sono attratti dalla promessa della stregoneria di dotare coloro che la praticano con il potere di fare incantesimi, di conquistare amanti, di curare verruche, di nuocere ai nemici e di soddisfare in altri modi i propri desideri con mezzi magici.

Talvolta i giovani si danno alla stregoneria per divertimento, quasi si trattasse di una forma di eccitazione senza l'uso di droghe, prodotta da riti misteriosi, dalla nudità, da incantesimi, da incenso, dalla danza e da simili comportamenti.

I tipi di stregoneria variano da congrega a congrega, da culto a culto, da strega a strega.

La « Church of Satan » della California, che è un ibrido di culto satanico e di stregoneria, sostiene nelle parole del suo primo capo, Anton Lavey: « C'è un demone nell'uomo.

Bisogna esercitarlo, non esorcizzarlo, e incanalarlo in un odio ritualizzato».

Dall'altra parte il dr Raymond Buckiand, uno stregone di New York, è dedito alla "magia bianca" e impiega i suoi poteri occulti a scopo di bene.

Egli è politeista e lavora con le forze della natura.

La sua forma di stregoneria segue i modelli etici della comunità in cui egli risiede.

Anni addietro l'antropologo Bronislaw Malinowski ha tracciato una distinzione tra la situazione in cui gli sforzi dell'uomo sembrano essere sufficienti ( ad es. quella di chi pesca in una laguna quieta ), e quella in cui l'uomo chiama in aiuto l'assistenza soprannaturale ( quale la situazione dell'uomo che pesca nell'oceano aperto ).

Scopo della sua argomentazione era di dimostrare che la magia, il tentativo di manipolare il soprannaturale, costituiva la base della religione primitiva.

Gli antropologi contemporanei non si azzardano più a proporre simili facili generalizzazioni circa la relazione intercorrente tra magia e religione, anche se Mary Douglas nei suoi Natural Symbols ha recentemente proposto una tipologia, che collega la magia con uno stile particolare di organizzazione sociale ( gruppo forte, ma intelaiatura sociale debole; appartenenza al gruppo chiaramente marcata, ma confusione dei ruoli interni ).

In ogni caso l'ipotesi di Malinowski, secondo la quale la magia è un tentativo per compensare l'impotenza, sembra ancora un punto di partenza valido per un'analisi dell'attrattiva che la magia esercita tra i giovani.

Tale attrattiva è stata sottolineata da molti commentatori.

Nella prospettiva di The Making of a Counter Culture di Roszak essa può essere interpretata come una reazione al mito della "coscienza obiettiva", che caratterizza il metodo scientifico contemporaneo.

Per Marcia Cavell, autrice dell'articolo Visions of a New Religion del Saturday Review del 19 dicembre 1970, essa costituisce il lato più oscuro della nuova coscienza, una fuga nell'irrazionale per la propria salvezza.

Molti di coloro che sono coinvolti nella stregoneria sottolineano di essere impegnati in una vera religione della natura, che è più vecchia del cristianesimo.

4. La letteratura e il demonio

La letteratura ci offre un senso secolarizzato del demoniaco in opere come quelle di Kafka, Il castello e il processo, che illustrano un limite quasi insopportabile d'impotenza di fronte a un male sconosciuto.

Qui ogni cosa « significa qualcosa »; condividiamo i sospetti ossessivi dell'ammalato di mente; ogni cosa sussurra, blandisce astutamente, promette a vuoto, accusa e attende.

Nei "racconti del crimine" siamo posti continuamente di fronte alla "vittima".

Quale brivido, quale senso si nasconde nella caccia e nella "scoperta" della malvagità, nella paura e nella scaltrezza del fuggitivo, di cui è satura la nostra letteratura popolare?

Essa riflette la consapevolezza umana del numinoso, del temibile, del misterioso, del paurosamente "altro".

L'esplorazione gotica del "lato notturno della natura" e l'accento romantico posto sull'eroe demoniaco, fatale e insaziabile indicano inesorabilmente le complessità umane e i bisogni umani che sfuggono a una spiegazione adeguata.

Nella letteratura contemporanea la minaccia si è spostata dalla scena esteriore a quella interiore.

Eventi terribili si verificano ora nell'ambiente più usuale delle persone più ordinarie.

In Graham Greene, per es., incontriamo l'eroe che, consapevole della colpa interiore, attira a sé le situazioni esterne colpevoli come una calamità attira il ferro.

L'eroe è messo alla prova dal confronto con un male spirituale o fisico, ch'egli non può eliminare, cambiare o capire.

5. Il senso del mistero

L'interesse per satana e per il demoniaco riflette quell'elemento di mistero, presente nella condizione umana, che la scienza e la rivoluzione industriale, marxista e sessuale non elimineranno mai.

Al contrario, sembra che tale interesse sia andato aumentando proprio là dove alcune di queste rivoluzioni hanno riportato i maggiori successi.

L'uomo è radicato nel mistero e aperto sull'infinito, perciò le nostre migliori spiegazioni lasceranno sempre qualcosa di inspiegato nello spirito umano.

La consapevolezza dell'uomo si colloca sempre in qualche modo al di là di tali spiegazioni, risposte e affermazioni a proposito di questa questione.

Forse il fascino del demoniaco è una conferma obliqua di tale consapevolezza.

6. La cultura della droga

Sembra che ci sia un legame tra le esperienze allucinatorie della cultura della droga e la reviviscenza di interesse per il diavolo.

Paolo VI ha affermato l'esistenza di tale legame nell'udienza generale del 15 novembre 1972.

Forse molti "diavoli" sono il prodotto di immaginazioni morbose e devastate dalla droga.

Quanti credono che Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza scoprono una certa ironia drammatica nel fatto che gli uomini avrebbero creato, in differenti epoche della storia, immagini differenti di satana a somiglianza della loro psiche disfatta e delle loro immaginazioni malate.

La condizione patologica della vita fantastica rende l'uomo particolarmente incline all'esperienza del diabolico.

II - Il significato del diavolo

Una via valida per capire la natura della mente umana è quella di analizzare i miti che essa crea.

L'immagine di satana, che ha prevalso lungo la maggior parte della storia giudeo-cristiana, contiene ciò che viene considerato come male e peccaminoso.

David Bakan4 afferma che essa contiene tracce della natura della mente umana e che una sua analisi è in grado di rivelare delle costellazioni psicologiche precise.

Bakan, professore di psicologia all'università di Chicago, ritiene che satana sia una proiezione in cui sono personificate le forze guida della psiche umana.

Le caratteristiche attribuite a satana sono universali nell'uomo e attraverso una loro valutazione noi possiamo arrivare a capire meglio le forze trainanti esistenti nell'uomo stesso.

Anche se non sembra che il professor Bakan creda nell'esistenza indipendente del diavolo e dei diavoli quali intelligenze ( esseri spirituali ), il suo studio sul significato del diavolo corrobora il significato che la teologia cristiana tradizionale attribuisce ad esso quale essere esistente in maniera personale.

Questo significato corrisponde agli effetti dell'influsso spirituale da lui esercitato sulle vite umane e di conseguenza Bakan ci aiuta ad approfondire e a rinnovare la nostra teologia del demoniaco.

Secondo Bakan la proiezione della figura di satana quale essere "diverso" e distinto dalla persona che concepisce l'immagine, deriva dallo sforzo dell'individuo per venire a capo della propria esperienza personale del male proiettandolo al di fuori di sé.

Quanto s. Ignazio di Loyola dice a proposito di satana quale « nemico della razza umana», implica il carattere alieno del male; esso è ostile alla natura umana e al suo benessere e non "appartiene" all'esperienza umana.

L'esorcismo presume la "diversità" del demonio: esso è un male che è alieno, ostile e oppressivo e che va quindi cacciato fuori.

1. Separazione da Dio ( Alienazione ) e conflitto con ogni altra esistenza

La "alterità" di satana è collegata con la separazione dell'uomo da Dio.

Tale separazione costituisce il tratto essenziale del peccato.

Ecco come Merton parafrasa nella sua introduzione alla Città di Dio5 di Agostino la visione agostiniana della natura della caduta dell'uomo: « Il peccato originale, un atto di apostasia spirituale dalla visione contemplativa e dall'amore di Dio, ha interrotto l'unione con Dio, che dipendeva dalla sottomissione della volontà di Adamo alla volontà divina.

Dato che Dio è verità, l'apostasia di Adamo da lui fu una caduta nella falsità, nell'irrealtà.

Dato che Dio è unità, la caduta di Adamo fu una caduta nella divisione e nella disarmonia.

Tutta l'umanità si è allontanata da Dio in Adamo.

E come l'anima di questi fu divisa contro se stessa dal peccato, così tutti gli uomini furono divisi tra di loro dall'egoismo.

L'invidia di Caino, che sarebbe stata impossibile nell'Eden, portò l'assassinio in un mondo dove ogni individuo incentrato in se stesso era diventato il proprio piccolo dio, il proprio giudice e il proprio modello del bene e del male, della falsità e della verità ».

La parafrasi mette in rilievo una varietà di separazioni: Dio e Adamo, creazione materiale e creazione immateriale, l'anima di Adamo divisa contro se stessa dal peccato.

Dio e il proprio "piccolo dio", il giudizio dell'uomo e il giudizio di Dio.

Il pensiero di Agostino includeva anche la separazione dello spirito dalla carne e dell'autorità dall'obbedienza.

L' "egotismo", che rappresenta la separazione estrema dell'io conscio dal resto della creazione, viene caratteristicamente attribuito a satana, la cui natura nichilista azzera ogni cosa al di fuori della propria volontà.

Satana simboleggia l'esistenza personale assolutamente separata, alienata e in conflitto con ogni altra esistenza.

L'affermazione chiave per capire il suo carattere potrebbe essere benissimo quella di Sartre: « L'enfer c'est l'autre », perché ovunque egli si trovi nella creazione, non può mai sottrarsi realmente a quel contesto ( l'inferno ) a cui il suo peccato primordiale lo ha eternamente condannato.

2. Dominio sul mondo secolare

Oltre alla separazione, a satana è stato tradizionalmente attribuito il dominio sul mondo secolare.

Egli viene descritto come « il principe di questo mondo » ( Gv 12,31; Gv 14,30; Gv 16,11 ).

Paolo lo denomina « il dio di questo mondo » ( 2 Cor 4,4 ).

Quando il diavolo tenta Gesù, lo trasporta su un'alta montagna e gli mostra « tutti i regni del mondo con la loro gloria » e quindi gli dice: « Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai » ( Mt 4,8ss ).

Il racconto lucano di questa scena aggiunge la nozione di potere ( Lc 4,5-7 ): « Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: "Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la dò a chi voglio.

Se ti prostri dinanzi a me, tutto sarà tuo" ».

3. Il potere di manipolare le menti degli uomini

Un aspetto del dominio di satana viene visto nel suo potere di manipolare ( e di tentare ) le menti degli uomini.

Tale potere presuppone in lui una comprensione profonda della psiche umana, sia in quanto conosce quale stimolo porterà a dare la tale risposta e sia in quanto conosce i segreti intimi dei contenuti e il funzionamento della mente umana.

Satana è un tentatore ( Mt 4,3 ), il padre della menzogna ( Gv 8,44 ), un ingannatore di professione ( 2 Cor 11,14 ).

Nathaniel Hawthorne presenta e dipinge satana come manipolatore della mente nella persona di Roger Chillingworth in La lettera scarlatta: « Per riassumere il caso, diciamo che si diffuse l'idea che il reverendo Arthur Dimrnesdale, a somiglianza di molti altri personaggi particolarmente santi di tutte le epoche del mondo cristiano, era ossessionato o da satana stesso, oppure da un suo emissario nella figura del vecchio Roger Chillingworth.

Questo agente diabolico ebbe il permesso divino di penetrare per una stagione nell'intimità di quell'uomo di chiesa e di complottare contro la sua anima ».

4. Obbligazione contrattuale

L'obbligazione contrattuale è un altro aspetto del potere associato all'immagine di satana, aspetto esemplificato nel Doctor Faust di Christopher Marlowe.

Esso ha profonde radici nella tradizione cristiana, dove il diavolo sta dalla parte dell'obbligazione contrattuale rigida, contrastante con Gesù, che rappresenta la mitigazione di tale obbligazione con le sue manifestazioni di misericordia, bontà, amore e perdono.

In questo contesto il diavolo simboleggia gli effetti apparentemente inesorabili del male; dall'altro lato Gesù rappresenta una misericordiosa "clausola di salvezza" dai mali che sono espressi nella nozione di patto con il diavolo.

Il patto col diavolo è il contrario delle obbligazioni contrattuali dell'alleanza col Dio vivo e richiama le parole di Gesù: « Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona » ( Mt 6,24 ).

Lo stato dell'anima umana viene interpretato, in base alla logica delle obbligazioni contrattuali, partendo del presupposto che ogni uomo ha inevitabilmente scelto di allearsi con il vero Dio o con il suo avversario, che si è collocato sotto la protezione di una potenza superiore per ottenere quel che ritiene la cosa migliore nella vita e che è contrattualmente obbligato verso tale potenza.

L'uomo riconosce implicitamente che non esiste alcuna forma di esistenza indipendente che sia del tutto libera e capace di vivere così.

5. Il rifiuto

Il rifiuto è un altro elemento associato con l'immagine di satana.

Il rifiuto della verità delle cose conduce fuori strada.

La verità negata non fuoriesce dall'esistenza, ma rimane attivamente espressiva di se stessi, con grande sofferenza da parte di colui che l'ha rinnegata.

Satana simboleggia il rifiuto di riconoscere e di accettare la verità della propria realtà in particolare e della realtà in generale.

Tale rifiuto si accompagna al desiderio di dominare la realtà, cercando di distruggere la verità che non risulta gradita.

Il fatto di dover prendere atto della verità che è stata rifiutata sta alla radice dell'evasione e della violenza.

6. L'espulsione

L'espulsione è un altro aspetto della storia di satana.

Egli aveva cominciato ad esistere come angelo tra gli altri angeli: dopo la sua sfida è stato espulso dal paradiso e abbandonato a se stesso.

La sua espulsione dal paradiso è parallela a quella di Adamo e di Eva dal paradiso terrestre.

Nelle scritture satana appare come l'archetipo della ribellione, e la sua irreligione si accompagna con le posizioni di sinistra, dall'iconoclasmo di Voltaire alla « religione oppio del popolo » di Marx, fino al « non serviam » de Le mosche di Sar tre.

Sembrerebbe che satana sia stato espulso a motivo del suo orgoglio ribelle, che affermava se stesso in opposizione all'ordine cosmico soprannaturalmente fissato.

Dall'altro lato Donaid Nugent nel suo articolo Satan is a Fascist ( Thè Month, aprile 1972 ) sostiene che il satana del NT, il satana dei « principati e delle potestà » ha più a che fare con l'oppressione e con la disumanità di un potere costituito che non con le lotte dei rivoluzionari che mirano alla liberazione.

Nugent afferma che satana fu un ribelle, ma che la sua ribellione ha avuto successo e che il mondo gli è stato consegnato in un senso molto reale.

Di conseguenza egli è ora costretto a essere conservatore e il "nuovo ordine" è un disordine mascherato, una perversione dei valori e delle priorità.

Qualcosa di divino però aleggia sul mondo, sempre pronto a ribellarsi contro il regime di satana.

III - Origine del concetto e funzioni del diavolo

Le origini complesse della visuale cristiana del diavolo combinano concetti ebraici ( satana, lucifero, il serpente tentatore ), concetti greci ( daimon e diabolos ) e idee egiziane ( lo n'ter, spiriti cattivi, fantasmi e apparizioni, che non sono altro se non le antiche divinità pagane dell'Egitto ).

Tale essere compare nella letteratura del deserto e viene a tentare gli asceti: egli appare come un daimon, uno spirito che infesta le regioni basse dell'atmosfera circondanti la terra; un satana, cioè un avversario che racchiude tutte le forze che si oppongono al potere di Dio; e come un n'ter, un fantasma torturatore terrificante.

1. Causa seducente del peccato ( tentatore )

Demonio, avversario, spettro: queste caratteristiche spiegano le molte funzioni del diavolo: una creatura seducente e tentatrice, che rappresenta tutti gli incantesimi del mondo e della sua bellezza, ma anche un essere mostruoso, che spaventa e attacca il monaco, uno spirito ripugnante e schifoso.

Le tentazioni e le lotte dei padri del deserto oscillano tra queste due rappresentazioni del potere diabolico, visto come bellezza e come orrore.

Nel primo caso il tentatore è presentato in forma umana e anche superumana: come una persona di una beltà meravigliosa o come angelo della luce.

I primi cristiani greci lo hanno dipinto come un giovane o una giovinetta bellissima, incantevole; hanno riconosciuto che il male è cosi attraente e così potentemente seduttivo che gli uomini "cedono" o "acconsentono" alla sua tentazione.

Il simbolo appropriato del male doveva essere personale e affascinante, nonché apparentemente buono ( bonum apparens ).

2. Il risultato orribile del peccato

L'arte del medioevo ha preferito raffigurare il diavolo come un mostro brutto e orribile.

Il suo simbolismo del male sottolinea gli effetti più che la causa del male.

La figura orribile e subumana del male, in parte uomo e in parte animale, simboleggia personalmente il male che altera e deforma l'integrità naturale, corporea e spirituale dell'uomo.

La colpa, la sofferenza morale, le psicosi e le nevrosi privano lo spirito dell'uomo del suo equilibrio e della sua integrità naturale; di conseguenza il male viene appropriatamente simboleggiato da una figura personale deformata, quasi bestiale o meno umana; di conseguenza la faccia di satana può rivelare qualcosa della bestia, di se stesso, o dell'angelo.

Soggiacente all'una o all'altra di queste possibili manifestazioni vi è un'esperienza umana correlativa e genuina del male.

3. Il diavolo come angelo malfunzionante

La chiesa mette in guardia contro le esagerazioni e le distorsioni della fede nel diavolo, nei diavoli e negli angeli.

Essa non considera il diavolo secondo un dualismo assoluto, come se si trattasse di una controparte indipendente di Dio.

La sua condizione è quella di una creatura finita, di un angelo imperfetto e malfunzionante.

L'influsso diabolico non è ristretto al campo del bizzarro, del curioso, ma viene esercitato in misura altrettanto grande anche in quello del "rispettabile", del "ragionevole" e dell' "intelligente".6

Però non è possibile avere la certezza che in un caso particolare si tratta di un influsso del genere; al massimo si può trattare di una possibilità.

IV - La fenomenologia del demoniaco

1. Il fenomeno prebiblico e postbiblico

La bibbia non ha "inventato" la nozione di spiriti benevoli e maligni.

La chiesa, parlando degli angeli, dei demoni e del diavolo rappresenta l'interpretazione di fede dell'esperienza naturale di una varietà di principati e di potestà soprannaturali.

I dati della storia comparata delle religioni mostrano che quest'esperienza naturale non è ristretta alla tradizione giudeo-cristiana.

L'insegnamento della scrittura e della rivelazione su questo punto sembra piuttosto basato sul presupposto naturale dell'esperienza umana, che la scrittura incorpora e corregge criticamente nella cornice della dottrina della liberazione dell'uomo da tutti i "principati e potestà" operata da Cristo.

2. Interpretazioni diverse del fenomeno

La recente riscoperta del mondo degli spiriti da parte del mondo secolare ha costretto i teologi a uscire dal loro silenzio postconciliare su questa materia.

La mania dell'occultismo, i progressi della parapsicologia, le discussioni a proposito di una forma di vita intelligente esistente su altri pianeti, le esperienze psichiche della cultura della droga, la reviviscenza dell'astrologia, il fascino delle religioni, della meditazione e del misticismo orientale hanno rivitalizzato la questione degli spiriti, degli angeli e dei diavoli.

La gente può pensare a molte cose, quando dice "satana", cose disparate e tra loro contrastanti.

Checché se ne pensi delle possibilità della possessione diabolica, l'affermazione della madre della vittima ne L'esorcista rimane memorabile: non credo in Dio, però credo in satana.

Essa induce a pensare che per molti è più facile credere in satana che in Dio.

Per la tradizione giudeo-cristiana Dio è il Signore della storia; ma la storia è tale che, per coloro che non hanno fede e speranza, il "Dio" che essa rivela può essere satana.

Invece di essere storia della salvezza, essa è per loro storia della dannazione.

Le guerre, le malattie, le carestie, i cataclismi e la morte rivelano loro una deità crudele e satanica e li convincono che non esiste alcun Dio.

Sotto questo profilo satana può essere il loro "Dio", l'assurdità ultima e assoluta che si nasconde dietro l'universo.

Per coloro che disperano di trovare un senso, un amore e una bontà ultimi in quella che appare come un'esistenza piena di incubi e assurda, satana è il padrone logico di questo mondo.

In questo caso il male può apparire non soltanto come la mancanza di qualcosa, ma come un agente effettivo, come un essere vivente e spirituale, pervertito e pervertitore, come una realtà terrificante e misteriosa, contraria a tutto ciò che è incarnato e rivelato nel Logos della creazione, in Cristo Gesù.

Per altri satana può essere una deità, con cui si possono combinare buoni affari sulla base della mia-anima-per-qualcosa-di-meglio.

Esiste anche il satana "compagno di giochi" per chi va alla ricerca del sensazionale, creature annoiate di una cultura del divertimento.

Nessuno di questi "satana" corrisponde a quella realtà affermata dalla tradizione della chiesa e della scrittura.

3. Interpretazioni diverse da parte dei cristiani

Anche se la chiesa ha espresso la sua fede nell'esistenza del diavolo, dei diavoli e degli angeli, i biblisti non hanno ancora risolto pienamente il problema di che cosa intendono dire tutti i testi biblici che menzionano quegli esseri.

Ne i teologi hanno raggiunto qualcosa che si possa dire un consenso a proposito delle dimensioni poliedriche del satanico e del demoniaco.

Per esempio, il libro Teufelsglaube di Herbert Haag rappresenta una sfida alle credenze tradizionali nell'esistenza del diavolo e dei demoni.

Haag ammette che la sua posizione contrasta con quella del magistero, tuttavia ritiene che alla fine sarà universalmente accettata.

Haag sostiene che per Gesù e per i suoi contemporanei non esiste alcuna connessione tra satana e i demoni della malattia; di conseguenza la cacciata dei demoni della malattia da parte di Gesù non implica alcun confronto tra lui e il potere di satana.

Invece Josef Schmid, nel suo commento alla cacciata dei demoni della malattia da parte di Cristo, ritiene che il contesto basilare per capirla nel modo giusto sia la lotta tra satana e il regno di Dio.7

I demoni non sono soltanto una moltitudine di spiriti sinistri che operano il male nel mondo, bensì rappresentano, nell'insegnamento di Gesù, un regno compatto, il cui capo è satana ( Mc 3,23; Lc 10,17-20; Lc 13,11-17 ).

S. V. McCasland nel suo libro By the Finger of God ( New York, Macmillan 1951 ) afferma che la differenza tra la concezione antica della possessione demoniaca e la concezione moderna della malattia mentale è in gran parte solo una differenza di terminologia.

Anche se oggi la possessione demoniaca è chiamata nevrosi o psicosi, la cura è sempre la stessa: suggestione.

L'indemoniato della regione di Cerasa è quel che la psicologia chiama un maniaco depressivo.

In casi simili, stando a McCasland, la suggestione procura un sollievo temporaneo, però essa tratta più i sintomi che non la causa.

Adolf Rodewyk SJ polemizza contro coloro i quali ritengono che gli esorcismi di Cristo sono semplicemente un adattamento alle credenze comuni del tempo e non realmente espulsioni di spiriti cattivi e afferma che c'è una grande differenza tra il fatto che Cristo si sia adattato a una concezione erronea nel campo della scienza naturale oppure nel campo religioso.8

Gesù non ha considerato suo compito istruire gli uomini sui temi puramente naturali della scienza della natura…

Egli è venuto ad ammaestrarli nel campo della religione.

È venuto a distruggere le opere del diavolo.

Satana ha avuto successo, perché ha lavorato veramente in maniera sotterranea e subdola…

Su questo punto, afferma Rodewyk, Cristo non poteva lasciare gli uomini nella confusione e nell'ignoranza.

Era opportuno ch'egli parlasse e agisse in maniera chiara.

V - Possessione demoniaca nel NT

1. Possessione e malattia

Nel NT la possessione demoniaca è spesso accompagnata o perlomeno assimilata alla malattia, perché questa, conseguenza del peccato ( Mt 9,2 ), è un altro indizio del dominio di satana ( Lc 13,16 ).

Di conseguenza gli esorcismi del vangelo assumono spesso la forma di cure ( Mc 9,14-29 ), anche se vi sono dei casi di semplici espulsioni ( Mc 5,1-20 ) e di malattie che non presentano i tratti di una possessione e che ciononostante vengono attribuite a satana ( Lc 13,10-17 ).

La maggior parte dei miracoli di Gesù sono miracoli di guarigioni o miracoli naturali.

I vangeli ricordano solo cinque espulsioni di demoni e spesso distinguono chiaramente tra persone possedute dai demoni e persone malate ( Mt 4,23-25; Mc 1,32 ).

Anche se essi in qualche caso attribuiscono a uno spirito quel che noi consideriamo una epilessia o una pazzia, non v'è dubbio che in molti casi parlano di un esorcismo reale di diavoli reali.

2. Gesù esorcista?

Gesù ha realmente cacciato dei demoni?

Alcuni ritengono che egli si sia adattato alla fede popolare.

I testi però sembrano indicare qualcosa di più.

Sembra che Gesù condivida la fede dei suoi contemporanei nell'esistenza e nell'attività di spiriti cattivi.

I racconti evangelici di esorcismi includono spesso qualcosa di più di una semplice malattia.

Ciò è implicito nei segni innaturali di violenza ( Mc 5,4-5; Lc 8,29 ) e nella conoscenza religiosa manifestata dai demoni espulsi ( Mc 1,24 ).

L'esorcismo è un tema importante nel NT.

Inoltre, se la fede nei demoni fosse stata basata su un errore religioso, sembra che Gesù avrebbe dovuto correggerla.9

Ciononostante rimane vero che la cosa primaria nel racconto del NT è che Gesù ha la meglio sul potere del male; la concezione materiale di tale potere, manifestantesi nell'azione di spiriti cattivi personali, è secondaria, anche se sembra richiesta dai testi interpretati nel contesto della rivelazione biblica totale.

Spiegare il potere di Gesù sopra i demoni come dovuto a un patto con questi ultimi costituisce il peccato contro lo Spirito santo, che non sarà perdonato ( Mc 3,22-30 ).

Quando i discepoli di Giovanni Battista chiedono a Gesù: « Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro? » ( Lc 7,19-20 ), Gesù risponde che le sue guarigioni e il suo annuncio della buona novella ai poveri sono il segno che egli lo è per alcuni.

Altrove, nel contesto del servo sofferente di Isaia, la missione di Gesù viene di nuovo collegata con la guarigione di tutta la persona nel corpo, nella mente, nella psiche e nello spirito.

Gesù compie gli esorcismi guarendo le infermità e le malattie di ogni tipo, nonché la peccaminosità e l'ignoranza umana: « Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: "Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie" » ( Mt 8,16-17 ).

3. Esorcismo e guarigione

Gesù ha capito che non basta mai limitarsi a esorcizzare il diavolo.

Egli ha insegnato che il potere demoniaco deve essere sostituito da un potere di fare il bene e da un'illuminazione interiore dell'individuo; altrimenti l'ultima condizione di questi può anche essere peggiore della prima ( Mt 12,43-45 ).

Di conseguenza l'esorcismo è solo il primo passo nel processo di guarigione: lo spirito cattivo è cacciato fuori per essere sostituito dallo Spirito santo.

VI - L'esorcismo

L'esorcismo va visto all'interno del suo autentico contesto ecclesiale.

Esso non è un rituale arcano e gnostico, il dominio di una tecnica, un'abilità mistica di un attore individuale, simile a uno sciamano.

L'esorcista è il ministro di Cristo e della sua chiesa: è Cristo che esorcizza, è il suo potere che soggioga e disperde il male attraverso il suo ministro e il suo corpo, la chiesa.

L'esorcista deve essere autorizzato dalla chiesa, perché è questa che lo abilita a compiere l'opera di Cristo nel nome di Cristo.

Egli compie l'esorcismo in compagnia di altri membri della chiesa santa, che si uniscono alle sue preghiere, memori che ovunque sono due o tre uniti nel nome di Cristo, là essi hanno la promessa che Cristo stesso sarà presente in mezzo a loro in maniera particolarmente efficace.

Solo questa sua presenza sanante garantisce la buona riuscita dell'esorcismo.

1. Esorcismo come preghiera

L'esorcismo è una preghiera rivolta a Dio affinché scacci o respinga i demoni o gli spiriti cattivi dalle persone, dai luoghi o dalle cose che sono o sono ritenute essere possedute o infestate da quelli che sono in pericolo di diventare o vittime o strumenti della loro malvagità.10

Nel compimento di un esorcismo è sempre la chiesa che prega attraverso la strumentalità dell'esorcista, cosicché l'efficacia del rito è paragonabile a quella di un sacramentale.

La fede e l'integrità personale dell'esorcista, come risulta chiaro dagli stessi vangeli ( Mc 3,14ss; Mt 10,1 ), giocano un ruolo determinante nella buona riuscita dell'esorcismo.

Per questo la chiesa è particolarmente cauta nell'autorizzare i chierici, che hanno ricevuto il potere di esorcizzare, a mettere in atto tale potestà.

Qui non parliamo ovviamente degli esorcismi praticati durante il rito del battesimo, bensì di quelli che sembrerebbero richiesti da una possessione diabolica verosimilmente autentica.

2. Esorcismo come segno

La base di una teologia dell'esorcismo è la testimonianza resa dal NT al conflitto tra Cristo e le forze del male e alla sua vittoria su di esse.

Cristo stesso ha proclamato con le parole e con i fatti tale vittoria ( Lc 11,20; Gv 12,31 ).

Egli ha concesso l'autorità e la capacità di cacciare i demoni ai Dodici ( Mc 3,14ss; Mt 10,1 ), e tutti « coloro che credono » condividono tale potere ( Mc 16,17; Lc 10,17-19 ).

Un segno continuo della redenzione dell'uomo è la perdita di potere da parte di satana ( 1 Gv 5,18 ).

Tale era la convinzione dei padri, di Tertulliano, di Ilario di Poitiers, nonché delle scuole medievali, ivi incluso s. Tommaso d'Aquino.11

3. Esorcismo e chiesa

La chiesa riconosce la possibilità della possessione diabolica e regola il modo di trattarla.

Il Codice di diritto canonico permette a ministri autorizzati ( esorcisti ) di compiere degli esorcismi solenni non soltanto sui fedeli, ma anche su non cattolici e sugli scomunicati.

Il Rituale romano contiene un rito solenne per l'esorcismo.

Tale rito può essere compiuto unicamente dietro permesso speciale dell'Ordinario, che lo concede solo a sacerdoti insigni per pietà e prudenza.

Ciò presuppone che coloro i quali ricevono il potere di espellere gli spiriti cattivi dagli altri devono aver prima riportato personalmente vittoria sopra le loro tentazioni [ v. Tentazione ].

4. Esorcismo e psicologia

Anche se la psichiatria ha dimostrato che l'attività del subconscio spiega molti, per non dire la maggior parte, dei fenomeni anormali che le generazioni passate attribuivano all'attività diabolica, essa non pretende di spiegare in maniera completa tali fenomeni.

Essa è in grado di fornire solo la spiegazione psicologica.

Pur presupponendo che tale spiegazione sia corretta in un dato caso, si tratta sempre di una spiegazione data entro i limiti della scienza.

Essa non esclude di per sé la causalità concomitante, che potrebbe essere esercitata da elementi i quali non sono oggetto della scienza psichiatrica.

Alcuni di coloro che hanno lavorato tra i criminali dementi, pur accettando come valida la spiegazione che lo psichiatra dà di un caso, sono aperti alla possibilità del diabolico come causa concomitante, anche se essa non può essere stabilita con certezza in alcun caso particolare.

È per es. possibile ammettere il punto di vista che satana è un'indicazione del modo in cui la mente umana fa fronte al problema del male12 e nel contempo credere che una creatura come satana esista realmente.

5. Criteri che giustificano un esorcismo

Il Rituale romano invita l'esorcista ad andare molto adagio a credere di trovarsi di fronte a una vera possessione diabolica.

Esso da alcune indicazioni circa i segni della possessione, anche se è chiaro che nessuno di essi, preso singolarmente, è sufficiente allo scopo.

I segni principali sono il parlare una lingua ignota, una forza fisica straordinaria e la conoscenza di cose distanti o segrete.

Accanto ai segni di possessione che consistono in capacità abnormi del corpo e della mente, bisogna anche attendersi un'atmosfera generale malsana, che talvolta può essere percepita quasi fisicamente.

Sir Ivone Kirkpatrick, nelle sue memorie relative al tempo trascorso all'ambasciata di Berlino ( 1937-1938 ), ha scritto di Hitler: « Egli sembrava avvolto da un'aura così spietata e così malvagia, che si provava un senso di oppressione e quasi di incubo, quando si sedeva con lui nella medesima stanza ».

E continua dicendo che sentì il bisogno di chiedere di non essere adibito come scrivano durante uno degli ultimi incontri, che Chamberlain ebbe con Hitler, a motivo della ripugnanza fisica che sentiva.13

Secondo Joseph Crehan, SJ, che ha studiato a lungo il fenomeno della possessione e che è stato l'osservatore cattolico nella Commissione sull'esorcismo del vescovo di Exeter, la diagnosi risulta difficile, quando bisogna farsi un giudizio basato su probabilità convergenti.14

L'abitudine di alcuni teologi di presentare una serie di fenomeni come se ammettessero solo spiegazioni alternative non giova, secondo lui, quando si tratta in realtà di situazioni che possono ammettere l'una e l'altra spiegazione.

Così dire che gli esorcismi compiuti da Cristo nei vangeli rivelano il potere sanante dell'amore di Dio è vero, ma che cosa rivelano essi oltre a questo?

È tutto qui quel che intendono dirci?

Similmente non ammettere la possibilità della possessione diabolica per il fatto che vi sono interferenze negli affari umani provenienti dalle anime dei morti, uomini e donne, ma non da spiriti cattivi che non sono mai stati esseri umani, significa applicare lo schema alternativo senza utilità.

Nei casi di pseudo-possessione l'esorcismo può effettivamente venir incontro alla credenza della vittima di essere posseduta, ma può anche indurre a negligere le precauzioni e il trattamento medico necessario.

VII - Esiste il diavolo?

Silverio Zedda SJ ( La problematica demonologica nella bibbia ) sostiene che la tradizione viva della chiesa è forse l'argomento più forte a favore della dottrina del diavolo, dei diavoli e degli angeli.15

Egli afferma che è entro questo contesto che l'esegeta biblico lavora e che tenta di fare una sintesi tra i risultati dei suoi studi e l'insegnamento tradizionale.

Data la frequenza con cui prima di tutto la scrittura e poi i padri della chiesa parlano del diavolo, non fa meraviglia che le loro affermazioni in questo campo dovessero entrare a far parte dell'insegnamento ufficiale della chiesa.

1. I concili

Il primo concilio di carattere locale a prendere posizione solenne e decisa sulla questione del diavolo fu il concilio provinciale di Braga, in Portogallo, del 561, in una dichiarazione rivolta contro i priscilliani, i quali ritenevano che il diavolo non fosse stato creato da Dio.

Sotto Innocenze III il Concilio Lateranense IV ( 1215 ) riaffermò questa dottrina contro il dualismo, ripetendo che « il diavolo e gli altri demoni sono stati creati buoni da Dio e che sono diventati cattivi per colpa propria ».

Il decreto di Trento relativo al peccato originale ha dichiarato che questo ha posto l'umanità sotto la cattività del diavolo, che aveva potere sulla morte.

E a tal proposito cita la Lettera agli Ebrei, Eb 2,14, la quale afferma che compito di Cristo è stato quello di ridurre all'impotenza con la propria morte colui che aveva potere sulla morte, cioè il diavolo, e di liberare quanti erano stati tenuti in schiavitù durante la loro vita.

Il Vat II afferma che l'opera della chiesa consiste nello strappare gli uomini alla servitù dell'errore ( LG 17 ), e il nuovo rito del battesimo ha conservato l'esorcismo del battezzando, che era stato praticato fin dagli inizi.

Il Vat II ricorda ancora che Cristo ha potere sopra il demonio ( LG 5 ).

Queste dichiarazioni sono basate sulla premessa che il diavolo esiste.

Le preghiere liturgiche chiedono ripetutamente a Dio di liberarci dalle tentazioni dei demoni o di non permettere che soccombiamo ad esse.

2. Paolo VI

In un discorso tenuto nell'udienza generale del 15 novembre 1972, Paolo VI ha riaffermato l'antica fede cristiana nell'esistenza di un diavolo o spirito del male personale.

Egli ha dichiarato: con l'esistenza del demonio « il male non è più soltanto una deficienza, ma un'efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore.

Terribile realtà. Misteriosa e paurosa […].

È il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza.

Sappiamo così [ dalla bibbia ] che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero, e che con proditoria astuzia agisce ancora; è il nemico occulto che semina errori e sventure nella storia umana ».

Il papa ha detto chiaramente che non stava adoperando un linguaggio metaforico nelle sue osservazioni a proposito del demonio; ha precisato che quanti ricusano di riconoscere l'esistenza di questa terribile realtà « escono dal quadro dell'insegnamento biblico e ecclesiastico », e ha infine osservato: « Potremo supporre la sua sinistra azione là dove la negazione di Dio si fa radicale, sottile ed assurda, dove la menzogna si afferma ipocrita e potente, contro la verità evidente, dove l'amore è spento da un egoismo freddo e crudele, dove il nome di Cristo è impugnato con odio cosciente e ribelle ( 1 Cor 16,22; 1 Cor 12,3 ), dove lo spirito del vangelo è mistificato e smentito, dove la disperazione si afferma come l'ultima parola».

Questa presa di posizione sottolinea il carattere spirituale del diabolico e corregge implicitamente coloro che associano quest'ultimo primariamente con fenomeni bizzarri, simili a quelli mostrati dal film L'esorcista.

3. Baudelaire, Bultmann, Rahner

Baudelaire ha affermato che l'inganno e la strategia migliore del diavolo consiste nel persuadere la gente che egli non esiste.

Se le cose stanno cosi, dobbiamo riconoscere che oggi satana sta avendo molto successo.

Bultmann scrive per es.: « Uno non può adoperare la luce elettrica, accendere la radio o, quando è malato, ricorrere alla scienza medica e alle cliniche moderne e credere nel contempo nel mondo degli spiriti e nei miracoli del NT ».

Egli ritiene che la scienza moderna spiega ciò che la mente e la mentalità antica spiegavano ricorrendo al soprannaturale.

Invece Karl Rahner afferma categoricamente: « Il diavolo non può essere considerato come una pura personificazione del male esistente nel mondo ».

4. Argomento comune contrario

Un argomento comune contro la possibilità dell'esistenza dei demoni è il seguente: la psicologia e le altre scienze hanno scoperto dei nomi per indicare malattie e fenomeni che una volta venivano attribuiti a spiriti cattivi.

Il fatto che questi fenomeni, una volta attribuiti ai demoni, vengano oggi spiegati naturalmente, ricorrendo per es. a cause fisiche ( tempeste ) o psichiche ( epilessia, personalità dissociata ), non autorizza a negare categoricamente l'esistenza di forze demoniache.

La prospettiva positivista, la quale esclude radicalmente la possibilità di influssi preternaturali in questi casi, rappresenta un orizzonte ristretto, che contrasta con quello religioso, il quale può accettare tutte le scoperte del positivista e rimanere aperto di fronte a ulteriori elementi esplicativi.

5. Tre diversi punti di vista

Ci sono perlomeno tre punti di vista circa l'esistenza dei diavoli.

Il primo nega la loro esistenza.

Tra i cristiani esso è spesso basato sul presupposto che solo quel che è rilevante per l' "uomo moderno" può costituire una verità teologica.

I diavoli non sono importanti, perciò essi non trovano posto tra le affermazioni teologiche valide.

Il fascino che il demoniaco esercita sull' "uomo moderno" basta a squalificare questa concezione.

La seconda concezione assume un atteggiamento più modesto e "agnostico" per quanto riguarda l'esistenza dei diavoli come intelligenze.

Alcuni esegeti per es. affermano che i diavoli rappresentano una realtà oggettiva e che non sono puri prodotti dell'immaginazione.

Essi credono che tale realtà potrebbe essere uno spirito personale.

Il più delle volte però ritengono che i diavoli simboleggino quegli elementi personali che alienano l'uomo da Dio.

Il terzo punto di vista sostiene che è una credenza cristiana tradizionale che il diavolo e i diavoli esistano.

Essi sono spiriti alienati da Dio e nemici dell'uomo; sono principati e potestà malvagio preterumane, che esistono e operano nel mondo.

Il noto teologo Karl Rahner afferma che l'esistenza degli angeli ( e dei diavoli ) non può essere posta in discussione, stanti le dichiarazioni conciliari, e ritiene che essa sia affermata nella scrittura e non assunta puramente come un'ipotesi che oggi noi potremo lasciar cadere.

Questa posizione può essere mantenuta senza detrimento per un'interpretazione più precisa delle affermazioni bibliche, le quali adoperano materiali rappresentativi mitologici e storicamente condizionati, che non vanno semplicemente inclusi nel contenuto da esse affermato.

6. Più nel NT che nell'AT

La fede nell'esistenza del diavolo e dei diavoli è più pronunciata nel NT che nell'AT.

Quest'ultimo è stato la matrice culturale e religiosa che ha condizionato la comprensione che Gesù ha avuto di satana.

In questo contesto satana, la morte e il peccato erano concetti strettamente uniti.

La morte non era sperimentata come una potenza astratta o un fato inesplicabile, ma fu personificata come il nemico ( Sal 18,4 ), come il nemico per eccellenza ( Sal 5,10 ).

La morte adopera come messaggeri minacciosi i demoni per annunciare sventure e pestilenze.

La morte non si limita ad attendere che gli ospiti arrivino nel suo regno, ma entra nel cosmo per andarli a prelevare.

Geremia ( Ger 9,20 ) la descrive come un mostro, che insegue le sue vittime quale un ladro, uno strangolatore, un rapinatore e un mietitore.

Sembra che in Israele ci sia stata un'evoluzione, che va da una concezione mitologica della morte alla credenza nel nemico: satana, il diavolo, l'avversario.

Belial divenne un nome proprio per indicare il male personificato, il diavolo, e fu identificato con la morte e con il suo regno, lo sheol ( Sal 18,6 ).

La "signora" morte personifica la negazione della vita e non faceva evidentemente parte del piano divino originario della creazione.

Essa è il nemico, il male ultimo e il compendio di tutti i mali.

La sofferenza, la persecuzione, la malattia e tutte le forme della miseria umana sono sperimentate come morte parziale ma reale, e i loro autori sono sperimentati come manifestazioni del nemico dell'umanità: satana.

Gli autori del male rappresentano visibilmente il nemico e le sue forze caotiche.

I nemici personali, per es., partecipano del potere letale del nemico; essi sono alleati e messaggeri della morte, la regina dei terrori, che produce sgomento e orrore con le sue trappole e i suoi tranelli, i suoi disastri e le sue distruzioni, e tutto ciò ci impedisce di sperimentare una vita umana piena.

Coloro che creano miseria per gli altri rappresentano il nemico quali sue potenze demoniache.

Gli ebrei associavano i demoni con il ( v. ) deserto [ II ] selvaggio; gli uomini non potevano sopravvivere a lungo in un ambiente inospitale simile, che produce uno stato d'animo in cui uno si sente perduto, privo di guida, perplesso e alla mercé di forze estranee, misteriose e malvagio.

L'identificazione delle terre aride con la maledizione di Dio portò a credere che le regioni selvagge fossero l'ambiente del male, una specie di inferno popolato da spiriti maligni ( Dt 8,15 ).

Le zone selvagge sono l'ambiente del non umano e anche dell'antiumano, il luogo delle bestie feroci, dove l'ordine che l'uomo impone al mondo naturale per la propria sopravvivenza è assente e dove egli è una presenza estranea, spaventata dal mondo delle creature prive di regola, confuse, disordinate e minacciose, che non stanno sotto il suo controllo.

Gesù entra nelle distese desolate, nell'habitat naturale degli spiriti cattivi che conturbano gli uomini e li confondono.

I suoi quaranta giorni trascorsi nella terra inospitale ( = deserto ) ricordano i quarant'anni della tentazione e della tribolazione che Israele aveva sopportato nelle terre desolate del Sinai.

È in questa sua esperienza del deserto che Gesù affronta le forze maligne che assediano tutta l'umanità in un reale periodo di prova e di sofferenza.

Gesù affronta vittoriosamente satana, che si allontana « per un po' » ( Lc 4,13 ) dopo averlo tentato, solo per tornare quando egli sarà messo a morte.

Quando viene arrestato nel Getsemani ( Lc 22,53 ), egli dichiara: « Questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre ».

I cristiani credono che Gesù ha vinto i mali della condizione di deserto in cui l'uomo si sente perduto e estraneo in un mondo ostile; credono che egli è la via di Dio attraverso la condizione umana simile a un deserto.

Tale è la convinzione di Giovanni, quando scrive: « Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno» ( 1 Gv 5,19 ).

Per Giovanni il mondo senza Cristo è perduto nella condizione del deserto senza via di uscita.

Il teologo e scrittore inglese C. S. Lewis scriveva nel 1941: « Ci sono due errori uguali e opposti, in cui il genere umano può cadere a proposito dei diavoli.

Uno è quello di non credere nella loro esistenza.

L'altro è di credervi e di provare un interesse eccessivo e malsano per essi.

Da parte loro essi gradiscono in modo eguale l'uno e l'altro errore e salutano con il medesimo diletto il materialista e il mago ».

7. Insegnamento ordinario della chiesa

Oggi molti negano troppo facilmente l'esistenza di esseri demoniaci indipendenti, diversi dall'uomo; comunque la maggior parte dei teologi cattolici ammette l'esistenza di simili esseri, cosa che costituisce sicuramente l'insegnamento ordinario della nostra chiesa.

Anche se la fede in un satana e in diavoli personali non costituisce il nucleo centrale della rivelazione, una sua parte essenziale, ma ne è solo un tratto secondario, ritenere che la non esistenza di un satana personale è certa significherebbe abbandonare l'insegnamento ordinario della chiesa, essere mal informati e fuorviati.

Se da un lato non possiamo avere la certezza che in un caso particolare si tratta di un influsso autenticamente diabolico, dall'altro non possiamo escludere la possibilità di un simile influsso.

Le preghiere per ottenere la liberazione dal male, qualunque esso sia, hanno caratterizzato il culto cristiano fin dall'inizio e vengono innalzate per il bene dell'uomo.

Esse, quando vengono fatte per liberare da una presunta possessione o da una presunta infestazione, non hanno bisogno di essere basate sulla certezza della presenza di uno spirito cattivo; basta la possibilità di una presenza del genere.

In ogni caso il male è una realtà, qualunque sia la sua spiegazione esauriente.

La fede cristiana è caratterizzata dalla convinzione invincibile che Cristo è Signore e che il peccato, la morte e satana non avranno la parola ultima circa il destino definitivo dell'uomo.

La convinzione cristiana che essi non diranno l'ultima parola è in se stessa una prova del fatto che il cristiano partecipa già fin d'ora alla vita del Cristo risorto, che ha superato il potere del peccato, della morte e di satana ora e per sempre.

Nessun male di alcun genere - morale, fisico o personale - può più forzare o costringere la nostra libertà personale a seguirlo; il cristiano autentico è sicuro che Cristo ha superato tutto ciò che nel nostro mondo sta in qualche modo in rapporto con il diavolo.

Il dissimulatore Discernimento IV,4
Tentatore Tentazione III
… e discernimento spirituale Discernimento I,2
… e il deserto Deserto I,1
Deserto III
Diavolo VII,5
… contestazione profetica Contestazione II,2m
Circoli diabolici della morte Itinerario IV,2

1 S. Walsh, Today's Wilchcraft seeks Publicitv in The Long Island Catholic (21 ott. 1971), 18
2 Esquire (nov. 1972), 109
3 Del 3 marzo 1974
4 D. Bakan, The Duality of Human Existence, Chicago, Rand McNally, 38
5 The City of God, (rad. da Marcus Dods, New York, Random House 1950, XII
6 Elites intellettuali "rispettabili" hanno architettato ideologie che hanno ridotto in schiavitù migliaia di persone nei campi di concentramento; esse hanno favorito il terrorismo per ottenere i propri scopi
7 J. Schmid, Das Evangelium nach Markus ( vers. it., Brescia, 1956 )
8 A. Rodewyk, Die Daemonische Besessenheit in der Sicht des Rituale Romanum, Aschaffenburg, Paul Pattlock Verlag 19752, 27-28
9 E. Lussier, Satan in Catholic Mina, sett. 1974, 22ss; saggio ripreso in Chicago Studies, primavera 1974
10 E. J. Gratsch, Exorcism in New Catholic Encyclopedia, V, New York e Londra, 1967, 748ss.
L'esorcista è colui che espelle spiriti cattivi da una persona posseduta, scongiurandoli in nome di uno spirito più potente di andarsene.
Il termine deriva dalla parola greca che significa "scongiurare", un verbo adoperato da Matteo nel senso giuridico di indurre uno a testimoniare sotto giuramento ( Mt 26,63 )
11 S. Th. II-II, q. 90, a. 2
12 Tale è il caso del professore David Bakan, citato più sopra, il quale non crede nell'esistenza del diavolo e dei diavoli come esseri intelligenti; ciononostante la sua eccellente descrizione del significato di satana corrisponde a quanto la teologia tradizionale cristiana attribuisce al diavolo quale essere esistente
13 J. Crehan S.J., Room for thè Devil in The Month, 7 (maggio 1974) 569
14 Ivi, 566, 569
15 L'Osservatore Romano del 17 die. 1972