Anticristo

Dizionario

1) relig. Secondo l'Apocalisse, essere diabolico che alla fine dei tempi tenterà di sottrarre il genere umano alla vera fede, ma verrà sconfitto da Cristo

2) fig. Persona diabolica e malvagia; nemico dell'umanità


Anticristo significa alla lettera "contro-Cristo".

L'espressione, che volutamente mantiene un carattere misterioso, allude a quanti, come emissari di Satana, attuano la persecuzione nei confronti della Chiesa, e seducono i credenti con la tentazione dell'eresia e dell'apostasia.

Nell'escatologia cristiana ( v. Escatologia ), l'Anticristo è la manifestazione finale di quella opposizione al Regno di Dio che accompagna tutta la storia della salvezza: sarà l'avversario di Cristo e della sua Chiesa negli ultimi giorni.

Nella Bibbia i tratti di questa figura non sono unitari: Daniele, Seconda lettera di Paolo ai Tessalonicesi, Prima e Seconda lettera di Giovanni e Apocalisse offrono spunti diversi non sempre armonizzabili tra loro.

Si parla dell'Anticristo come della bestia, dell'uomo dell'iniquità, del figlio della perdizione, del grande seduttore: in queste figure si trovano riflessi tratti di re superbi e persecutori del popolo di Dio o di grandi eretici.

Nella tradizione, a questa figura sono state riferite altre caratteristiche, per lo più convergenti su due elementi, la violenza e l'inganno, che indicano nell'Anticristo l'ultimo persecutore e il grande ingannatore.

La figura escatologica dell'Anticristo impegna la comunità dei credenti a lottare contro le potenze maligne; la sua presenza nella storia dell'uomo mette in guardia e impegna alla fedeltà.

Nel corso dei secoli più volte l'Anticristo è stato identificato in persone o movimenti precisi; gli abusi verificatisi in questo campo hanno indotto a una grande cautela nel ricorso a questa figura.

v. Apocalisse; Apocalittica; Escatologia

Secondo la Scrittura e la Tradizione, viene chiamato così l'« uomo senza legge », che si spaccia per Cristo e raccoglie grandi successi, sebbene effimeri; infatti egli alla fine sarà smascherato e vinto da Cristo ( 2 Ts 2,7-9 ).

È probabile che nella figura dell'Anticristo si possano vedere personificate tutte le forze ostili a Dio, presenti fra gli uomini, forze che reagiscono in senso contrario alla storia della salvezza.

* * *

Oppositore del Cristo e del suo regno.

In tutta la letteratura canonica e apocrifica, il termine ricorre soltanto nelle lettere di s. Giovanni.

Nel suo discorso sulla fine di Gerusalemme, Gesù ammonisce i discepoli di stare attenti agli inganni, con cui pseudo-eristi e pseudo-profeti, cercheranno di attrarli:

1) durante il lungo periodo di persecuzione e di tribolazione che precederà l'inizio dei dolori ( Mt 24,5-11; Mc 13,6; Lc 22,8 );

durante la grande tormenta ( l'assedio ) che precederà immediatamente la fine ( Mt 24,23ss; Mc 13,21ss ).

Manifestazioni distinte della cui realizzazione parla lo storico Giuseppe ( Bell., II,13-,4-5 prima della rivolta e dello assedio ): « Uomini ingannatori e impostori, che sotto apparenza di ispirazione operavano innovazioni, inducevano la folla ad atti di fanatismo … ».

E ( VI, 5, 2-3 durante l'assedio ): « Molti erano allora i profeti che, subornati dai tiranni riguardo al popolo, andavano intimando d'aspettare il soccorso da parte di Dio …

Il misero popolo fu allora illuso … da quei che parlavano falsamente in nome di Dio » ( trad. G. Ricciotti: La Guerra Giudaica ).

In 2 Ts 2,3-12 la descrizione è particolareggiata.

« Che nessuno v'inganni ( quasi sia imminente il giorno del Signore ).

Bisogna prima che accada l'apostasia, che si riveli l'iniquo, il perduto ( o votato alla perdizione ), l'avversario, e altezzoso spregiatore di Dio e del Tempio ( Dn 11,36ss ), fino ad insediarsi nel Tempio di Dio e proclamarsi Dio ( Ez 28,2 ) = Mt 24,15; Mc 13,14.

Non ricordate che, stando tra voi, ve lo dicevo?

E voi conoscete ciò che attualmente lo trattiene, sicché si manifesti a suo tempo.

Ché questo mistero di perversità è già all'opera, solo che c'è chi lo trattiene, finché non sarà messo da parte.

Allora il perverso si manifesterà; ma il Signore lo distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà con lo splendore della sua venuta ( Mt 24,29s; Mc 13,24ss; Lc 22,25ss; parusia Mt 10,23; Mt 26,64; Mc 14,61s; Lc 22,68s ); manifestazione accompagnata, per la potenza di Satana, da ogni sorta di miracoli, segni, prodigi menzogneri ( Mt 24,23ss; Mc 13,21ss ), e da tutte le seduzioni del male, per quelli che si perdono, perché non hanno accolto l'amore della verità che li avrebbe salvati ».

Sono i Giudei ( v. Tessalonicesi, lettera ) che hanno rigettato l'evangelo; giusta punizione, conclude s. Paolo, per questo loro rifiuto.

S. Paolo ripiglia per i Tessalonicesi, perseguitati ferocemente dai Giudei, la profezia di Gesù sulla fine di Gerusalemme, che è di castigo per il giudaismo persecutore e di consolazione per la Chiesa ( Mt 24; A. Plummer, J. B. Orchard, D. Buzy ).

Non c'è da sbagliarsi circa il tempo, il tremendo castigo ha come segni precursori:

1) l'apostasia predetta da Gesù ( K. Staab, p. 42 ) in Lc 18,8; Mt 24,12s; realizzatasi nella Chiesa di Palestina Eb 4,11; Eb 6,4ss; Eb 10,26-31; Eb 12,25;

2) la libera manifestazione dell'odio e della violenza da parte del Giudaismo, avversario di Cristo e del suo regno ( 1 Ts 2,15s ), nella quale si verificherà la profanazione del Tempio col disprezzo di ogni norma divina e umana: i termini sono quelli di Dn 11,36s per quanto riguarda la profanazione del Tempio ( v. Antioco Epifane ) e di Ez 28,2 per il sentimento di folle fiducia nell'effimero trionfo.

La profanazione del Tempio è, il segno inconfondibile dato da Gesù per la fine di Gerusalemme: « Quando vedrete la desolante abominazione ( Dn 9,17; Dn 12,11 ), predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo … » Mt 24,15; Mc 13,14 ( J. Huby, St. Marc [ Verbum Salutis 2 ], 21a ed., 1929, p. 343; F. Prat, J. C., II, p. 247; M. Dibelius, An die Thess., Tubinga 1937, p. 45 ).

Gli zeloti, i loro capi, s'insediarono nel Tempio ( Giuseppe, Bell., V, 1-38, 98-105, 562-66 ), compiendovi stragi.

Questo mistero di odio e di perversità operava già come gli era possibile e persecuzioni violente avevano fatto le loro vittime.

C'era Roma con il suo potere a tenere a rispetto l'odio frenetico della sinagoga.

Dal 44 al 62 d. C., ad es., si ebbe una tregua di circa 20 anni, procurata senza dubbio dall'amministrazione romana che riprese il governo della Giudea ( G. Lebreton - G. Zeiller, Storia della Chiesa, trad. it., I, Torino 1937, p. 209, cf. p. 242 ).

Quest'odio ebbe la sua prima esplosione subito dopo la ribellione a Roma ( 66 d. C. ), con la negazione del sacrificio per l'imperatore, la fuga dell'iniquo procuratore Gessio Floro e la sconfitta del legato di Siria Cestio Gallo.

Il rappresentante dell'impero fu così messo da parte.

Ma si era alla fine predetta da Gesù nei passi citati.

O. Cullmann ( pp. 212 ss. ) riconosce che tale interpretazione ( l'impero romano e il suo rappresentante ) è la sola che rispetti l'uso e il passaggio del neutro, che indica la funzione impersonale dell'ostacolo al maschile ( = l'agente personale di tale funzione ).

Essa inoltre è la più antica; è l'interpretazione dei Padri, ripresa, sia pure con ritocchi e variazioni, da molti esegeti.

Vosté parla di tradizione apostolica.

I Padri però proiettavano sia Mt 24 ( almeno dal v. 21 in poi ) sia 2 Ts 2 alla fine del mondo; e consideravano la manifestazione dell'anticristo come il segno della seconda ed ultima venuta fisica di Gesù.

Perciò la facile obiezione: l'impero romano è sparito e l'anticristo non è apparso.

Obiezione che ha disorientato gli esegeti spingendoli a tentare tante nuove vie, inutilmente, fino a farli concludere che 2 Ts 2 è inintelligibile.

Tutto invece è chiaro se ci si attiene al testo e al contesto ( v. Tessalonicesi ) e ai riconosciuti e frequenti riferimenti letterali con la profezia di Gesù sulla fine di Gerusalemme ( Mt 24; cf. C. Spicq, in RScPhTh, 36 [1952] 166, nota 53 ).

In 1-2 Gv l'apostolo ammonisce ripetutamente i fedeli di guardarsi dagli eretici, da tempo sorti nella Chiesa primitiva, i quali si ergevano contro il mistero di Gesù vero Dio e vero uomo.

Questi eretici, s. Giovanni chiama anticristi.

« Figlioli, è l'ultima ora ( l'era ultima e definitiva è quella iniziata con la venuta di Gesù, in opposizione ai periodi di tempo che l'han preceduta e preparata: Is 2,2; 1 Cor 10,11; Gal 4,1-5; Eb 9,26 ); udiste che l'anticristo viene; ebbene: ecco che già finora molti anticristi sono apparsi.

Uscirono da noi, ma non eran dei nostri …

Chi è il menzognero, se non chi nega che Gesù è il Cristo?

Questi è l'anticristo; chi nega il Padre e il Figlio.

Chiunque nega il Figlio non possiede neppure il Padre … » ( 1 Gv 2,18-22; ancora 1 Gv 4,3 ).

« Molti seduttori fecero irruzione nel mondo, che non confessano Gesù, come il Cristo incarnato.

Questi ( che ciò sostiene ) è seduttore e anticristo » ( 2 Gv 7 ).

Infine, l'Apocalisse svolge il quadro profetico della lotta fra Cristo e le potenze del male ( Satana = il Dragone, con i suoi satelliti ).

La profezia di Gesù ( Mt 24 ) sostanzialmente afferma: nella lotta violenta, sanguinosa e senza quartiere che il giudaismo condurrà contro la Chiesa nascente, non questa soccomberà, ma il primo.

Quello era però un episodio; l'Apocalisse con lo sguardo nell'indefinito futuro, afferma che la persecuzione accompagnerà sempre la Chiesa, che ne uscirà sempre vincitrice e purificata.

Non parla pertanto né di un anticristo individuo o collettività umana determinati, né di una sua azione da localizzarsi ad un dato momento, o alla fine del mondo.

Si tratta di tutte le manifestazioni del male, in tutto il corso della storia della Chiesa quaggiù.

Appare pertanto non fondato sui testi biblici, il tema dell'anticristo escatologico, cioè di un individuo ( prevalentemente gli antichi, e B. Rigaux tra i moderni ) o di un insieme di persone ( F. M. Allo, D. Buzy, i moderni ), che deve precedere immediatamente il ritorno fisico di Gesù alla fine del mondo.

L'indebita fusione dei vari accenni su esposti e riguardanti temi distinti, in un unico soggetto ha facilitato tale concezione.

Chi nega Gesù e si oppone alla sua Chiesa, questi è l'anticristo; si tratti di individui o di collettività ( Stato ); tutti gli eretici e tutti i persecutori del passato, del presente e del futuro sono anticristo ( = S. Giovanni nelle lettere e nell'Apocalisse ).

S. Mt. e II Thess. si riferiscono al nemico più feroce della Chiesa primitiva: il giudaismo; ne predicono le persecuzioni, l'effimero trionfo, il tremendo castigo.

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VT

Già nel VT si vede che l'azione di Dio urta quaggiù contro forze avverse che, secondo i contesti, rivestono volti molto diversi.

1. Il simbolismo religioso dell'Oriente antico ha fornito alla rivelazione una rappresentazione poetica della creazione sotto la forma di una lotta tra il Dio creatore e le forze del caos, bestie mostruose personificanti la potenza indomita del mare ( Is 51,9s; Sal 74,13s; Sal 89,10ss ).

Lo stesso linguaggio mitico, purificato dalle sue implicazioni politeistiche, serve ad evocare gli « ultimi tempi » sotto i tratti d'una lotta di Jahve contro il serpente ( Is 27,1 ).

Probabilmente lo si ritrova pure sullo sfondo del dramma originale; in effetti nella Genesi l'avversario del disegno di Dio assume la forma mitica del serpente ( Gen 3 ).

Così, attraverso i simboli, la figura di Satana si profila alle due estremità del disegno di salvezza; è l'avversario di Dio per eccellenza.

2. Tuttavia, nella cornice della storia, Satana agisce quaggiù servendosi delle potenze umane.

I nemici del popolo di Dio sono avversari di Dio stesso, quando si oppongono al suo disegno provvidenziale.

Così l'Egitto al momento dell'esodo; così ancora gli imperi di Assur e di Babilonia, oppressori di Israele e adoratori di falsi dei di cui si sforzano di estendere quaggiù il dominio spirituale; così infine tutti i re pagani che la presunzione sacrilega inclina ad uguagliarsi a Dio ( Ez 28,2ss; Is 14,13 ).

La storia implica quindi un continuo affrontarsi tra Jahve e queste forze storiche, in attesa dello scontro finale, in cui « Gog, re di Magog » sarà sconfitto per sempre ( Ez 38-39 ); dopo di che verrà la salvezza escatologica.

3. L'azione di Antioco Epifane, nemico di Israele e nello stesso tempo persecutore dei veri adoratori di Dio, permette al libro di Daniele di fare la sintesi tra le due rappresentazioni precedenti.

Egli è l'empio che pretende di prendere il posto di Dio ( Dn 11,36 ) e colloca nel luogo santo l'abominazione della desolazione ( Dn 9,27 ).

Egli è pure l'undicesimo corno che spunta sulla quarta bestia dal volto satanico ( Dn 7,8 ).

Quindi il suo giudizio e la sua distruzione preludono alla instaurazione del regno di Dio ( Dn 7,11-27; Dn 11,40-12,2 )

NT

Tale prospettiva escatologica è ripresa nel NT nella persona di Gesù Cristo.

L'antiDio del VT diventa quindi l'anti-Cristo già all'opera attraverso i suoi seguaci, prima di palesarsi apertamente nel duello escatologico, in cui verrà definitivamente sconfitto.

1. Già nell'Apocalisse sinottica, la « grantribolazione » annunciata da Gesù come preludio alla venuta gloriosa del figlio dell'uomo implica l'apparizione di « falsi cristi », la cui seduzione trascina gli uomini all'apostasia ( Mc 13,5s.21s; Mt 24,11par ), ed ha come segno « l'abominazione della desolazione » collocata nel luogo santo ( Mc 13,14par ).

2. In 2 Ts 2,3-12 l'avversario degli ultimi tempi, l'essere perduto, l'empio, prende l'aspetto di un vero anti-Dio ( 2 Ts 2,4 ), analogo a quelli del VT; ma è pure un anti-Cristo che imita i tratti del Signore, con la sua parusia, il suo momento proprio fissato da Dio, la sua potenza soprannaturale che opera falsi prodigi per la perdizione degli uomini ( 2 Ts 2,8-10 ).

Egli compirà così l'opera di Satana quaggiù ( 2 Ts 2,9 ).

Ora il mistero della empietà, di cui egli sarà l'artefice per eccellenza, è già in azione ( 2 Ts 2,7 ); per questo tanti uomini si sviano ed aderiscono alla menzogna invece di credere alla verità ( 2 Ts 2,11s ).

Se l'empio non si manifesta ancora di persona, si è perché qualcosa o qualcuno lo « ritiene » ( 2 Ts 2,7 ), allusione enigmatica, sulla quale Paolo non si è spiegato.

In ogni caso la rivelazione dell'empio preluderà alla parusia di Gesù, che lo annienterà con la manifestazione della sua venuta ( 2 Ts 2,8; cfr. 2 Ts 1,7-10 ).

3. L'Apocalisse evoca una prospettiva escatologica simile, mediante il simbolo delle due bestie mostruose.

La prima è una potenza politica che bestemmia Dio, si fa adorare e perseguita i veri credenti ( Ap 13,1-10 ).

La seconda è una realtà religiosa che scimmiotta l'agnello ( cioè Cristo ), compie falsi prodigi e seduce gli uomini per far loro adorare la prima bestia ( Ap 13,11-18 ).

Così si compie quaggiù l'opera di Satana, il dragone antico, che ha trasmesso i suoi poteri alla prima bestia ( Ap 13,2 ).

Evocazione simbolica grandiosa che, pur riguardando gli « ultimi tempi », ha non di meno velatamente di mira la situazione presente in cui si dibatte la Chiesa di Gesù, perseguitata dall'impero pagano di Roma.

4. Nelle lettere di S. Giovanni, sotto il nome di anti-Cristo è designata una realtà assolutamente attuale: chiunque nega che Gesù sia il Cristo, negando in tal modo il Padre ed il Figlio ( 1 Gv 2,22 ), chiunque non confessa Gesù Cristo venuta nella carne ( 1 Gv 4,3; 2 Gv 7 ), è il seduttore, l'antiCristo.

Giovanni fa chiaramente allusione agli eretici ed agli apostati, nei quali già si attua l'apostasia annunziata da Gesù ed intesa da Paolo.

L'escatologia è quindi attualizzata; ma il dramma presente della fede deve essere compreso in funzione di una prospettiva più ampia, quella di cui l'Apocalisse fornisce un'evocazione completa.

La dottrina dell'anti-Cristo rimane molto misteriosa.

Non la si comprende se non in funzione della guerra secolare in cui Dio ed il suo Cristo affrontano Satana ed i suoi ministri terreni.

Per la duplice via della persecuzione temporale e della seduzione religiosa questi tentano di far fallire il disegno di salvezza.

Sarebbe errato voler mettere dei nomi propri su ciascuno dei simboli che servono ad evocare la loro presenza; ma chiunque agisce come essi partecipa in qualche misura allo stesso mistero dell'anti-Cristo.

Ora questa impresa continuerà senza respiro per tutto il corso della storia, ponendo gli uomini al centro di una lotta in cui nessun mezzo umano potrebbe trionfare.

Ma dove avranno fallito gli uomini, vincerà l'agnello ( Ap 17,14 ), ed i suoi testimoni parteciperanno alla sua vittoria ( Ap 3,21 ).

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L'anticristo nel cattolicesimo contemporaneo

All'interno della cattolico-romana attuale non vi è affatto unanimità circa il fatto che il termine "anticristo" indichi una persona, un prototipo o un'idea.

Secondo i teologi o predicatori più tradizionalisti, dell'anticristo che si farà dio per imporre all'umanità il proprio regno parlerebbero esplicitamente sia il Nuovo Testamento sia i Padri della Chiesa, che sono fonti autentiche della dottrina cattolico-romana.

Pertanto la dottrina sull'anticristo, ancorché avvolta in un fitto simbolismo di ardua decifrazione, dal punto di vista cattolico non si dovrebbe considerare una mera leggenda o finzione letteraria ma, al contrario, un'autentica rivelazione che fa parte del depositum fidei.

In questa prospettiva, nell'Apocalisse di Giovanni si vede un chiaro riferimento all'anticristo ( la "bestia che sale dal mare" ) come ad una "persona", unitamente con il suo "falso profeta", anch'egli un individuo concreto ( se l'anticristo è il falso Cristo di Satana, il suo falso profeta potrebbe essere un falso papa ).

Un'altra prova che l'anticristo sarebbe un uomo in carne e ossa è che l'apostolo Paolo ( nella Seconda ai Tessalonicesi ) lo chiama "uomo del peccato e figlio della perdizione".

Tra l'altro, il secondo dei due epiteti è attribuito anche al traditore di Cristo, Giuda Iscariota ( Gv 17,12 ): ciò viene interpretato affermando che sia Giuda sia l'anticristo sono "figli del diavolo", non nel senso che sono stati generati da lui ( in tal caso avrebbero la sua natura, i suoi poteri e potrebbero essere considerati la sua incarnazione ), ma per loro libera scelta: per loro volontà decidono di favorire il piano di Satana per contrastare la redenzione operata da Cristo per la salvezza dell'umanità.

Sia Giuda sia l'anticristo vengono così considerati i perfetti "deicidi" ( epiteto tradizionalmente lanciato contro l'intero popolo ebraico ): Giuda per aver tradito Gesù Cristo per trenta monete d'argento, mentre l'anticristo, non potendo più uccidere Cristo corporalmente come fece Giuda, perseguiterà i credenti e la Chiesa alla fine dei tempi.

Un'altra corrente di pensiero considera invece l'anticristo una "leggenda", o comunque una figura simbolica.

Secondo questa impostazione, l'anticristo non sarebbe da ravvisarsi in una persona storicamente definita, ma in un atteggiamento etico e filosofico, quale per esempio il relativismo morale, derivato da un nichilismo proclamato o sottaciuto, che costituirebbe il terreno ideale per lo smarrimento dei cristiani, la menzogna e l'antitesi puntuale a Gesù Cristo.


Come avete udito che deve venire l'anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi 1 Gv 2,18.22
ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo 1 Gv 4,3
Ecco il seduttore e l'anticristo! 2 Gv 7
Quando vedrete l'abominio della desolazione Mc 13,14

Colui che si contrappone: l'apostasia sarà causata da un personaggio che porta tre nomi e si presenta come il grande nemico di Dio.

È l'empio per eccellenza, alla lettera « l'uomo dell'empietà » ( secondo la variante dei codici alessandrino, di Beza, ecc: « l'uomo del peccato » ); l'essere destinato a « perdersi », alla lettera « il figlio della perdizione » ( v 10, Gv 17,12; 1 Ts 5,5 ); l'avversario di Dio, descritto qui in termini che si ispirano a Dn 11,36 ( dove si tratta di Antioco Epifane ).

Nella tradizione cristiana, influenzata da Daniele, questo avversario riceverà il nome di anticristo ( 1 Gv 2,18; 1 Gv 4,3; 2 Gv 7 ).

Appare come un essere personale, che si rivelerà alla fine dei tempi ( mentre satana, di cui è lo strumento, agisce da ora nel « mistero », v 7 ), esercitando contro i credenti un potere persecutorio e seduttore ( Mt 24,24; Ap 13,1-8 ), per l'ultima grande prova cui metterà fine il ritorno del Cristo.

2 Ts 2,4
sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia Ap 13,4-18

Schedario biblico

Anticristo B 50
Parusia B 99
Eresia C 29
Babilonia C 65
Opposizione al Regno C 69
Satana E 33
Bestia F 19

Catechismo della Chesa Cattolica

La massima impostura religiosa è quella dell'Anti-Cristo 675
Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica 676

Magistero

Catechesi Benedetto XVI 12-11-2008
prima dell'arrivo del Signore vi sarà l'apostasia e dovrà essere rivelato un non meglio identificato 'uomo iniquo'
Meditazione Francesco 7-1-2016
coloro che hanno solo un'apparenza di spiritualità perché, … se quello spirito non viene da Dio è « l'anticristo », l'espressione della « mondanità ».