Il castigo e il perdono dei peccati e il battesimo dei bambini

Indice

Libro I

27.40 - Altre testimonianze evangeliche per dimostrare che i bambini non possono salvarsi senza il battesimo

Questo ragionamento sarà più forte, quando avrò radunato insieme le molte testimonianze che ho promesse.

Abbiamo già riferito sopra le parole: Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. ( Lc 5,32 )

Ugualmente, dopo essere entrato da Zaccheo, disse: Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. ( Lc 19,9-10 )

Lo stesso anche nella parabola della pecora smarrita, ricercata e ritrovata, dopo aver messo da parte le altre novantanove; lo stesso nella parabola della decima dramma smarrita. ( Lc 15,4-10 )

Per questo bisognava, come ha dichiarato, che nel suo nome si predicassero a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati cominciando da Gerusalemme. ( Lc 24,47 )

Anche Marco alla fine del suo Vangelo attesta che il Signore disse: Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura.

Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. ( Mc 16,15-16 )

Ebbene, chi non sa che per i bambini credere vuol dire venir battezzati e invece non credere vuol dire non venir battezzati?

Dal Vangelo di Giovanni, sebbene abbiamo già citato alcune testimonianze, nota anche le seguenti.

Giovanni Battista dice di Gesù: Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. ( Gv 1,29 )

E Gesù dice di se stesso: Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono.

Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute. ( Gv 10,27-28 )

Poiché dunque i bambini non cominciano ad essere tra le pecore di Gesù se non mediante il battesimo, certamente, se non lo ricevono, andranno perduti, perché non avranno la vita eterna che egli darà alle sue pecore.

Similmente in un altro passo dice: Io sono la via, la verità e la vita.

Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. ( Gv 14,6 )

27.41 - Testimonianze dalla prima lettera di S. Pietro

Quanto agli Apostoli, osserva come hanno ricevuto questa dottrina e con quanta unanimità l'insegnano.

Pietro nella sua Prima Lettera dice: Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerato mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per la speranza della vita eterna, per una eredità immortale, incontaminata, fiorente, conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi. ( 1 Pt 1,3-5 )

E poco dopo dice: Fatevi trovare degni della lode e dell'onore di Gesù Cristo che ignoravate.

Adesso voi credete in lui senza vederlo.

Poi al vederlo esulterete di gioia ineffabile e gloriosa, nel ricevere la meta della fede, cioè la salvezza delle vostre anime. ( 1 Pt 1,7-9 )

In un altro passo scrive: Voi siete la stirpe eletta, il regale sacerdozio, la nazione santa, il popolo di adozione, perché proclamiate le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce. ( 1 Pt 2,9 )

E ancora: Il Cristo è morto per i nostri peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurci a Dio. ( 1 Pt 3,18 )

Ugualmente, dopo aver ricordato che nell'arca di Noè furono salvate otto persone, dice: Cosi in maniera simile ora salva voi il battesimo. ( 1 Pt 3,21 )

Da questa salvezza e luce sono dunque esclusi i bambini ed essi rimarranno nella perdizione e nelle tenebre, se mediante l'adozione non sono associati al popolo di Dio e non dànno la mano al Cristo, che giusto è morto per gli ingiusti al fine di ricondurli a Dio. ( 1 Pt 3,18 )

27.42 - Testimonianze dalla prima lettera di S. Giovanni

Anche dalla Lettera di Giovanni mi sono venuti in mente questi passi che sembrano attinenti al nostro tema.

Scrive: Se camminiamo nella luce, come anche Dio è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. ( 1 Gv 1,7 )

Altrove: Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore, e la testimonianza di Dio più grande della testimonianza degli uomini è quella che ha data al suo Figlio.

Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé.

Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha reso a suo Figlio.

E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio.

Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio, non ha la vita. ( 1 Gv 5,9-12 )

Non soltanto dunque il regno dei cieli, ma nemmeno la vita avranno i bambini, se non avranno il Figlio, e non lo possono avere se non per mezzo del suo battesimo.

Ancora in un altro testo: Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo. ( 1 Gv 3,8 )

I bambini perciò non parteciperanno alla grazia dell'apparizione del Figlio di Dio, se egli non distruggerà in loro le opere del diavolo.

27.43 - Testimonianze di S. Paolo dalla lettera ai Romani

Ed ecco ora già il momento di portare l'attenzione alle testimonianze su questo tema dell'apostolo Paolo.

Evidentemente sono più numerose perché più numerose sono le Lettere che scrisse e perché più diligentemente si preoccupò di esaltare la grazia di Dio contro quelli che si vantavano delle opere e ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria non si erano sottomessi alla giustizia di Dio. ( Rm 10,3 )

Nella Lettera ai Romani scrive: La giustizia di Dio è a disposizione di tutti coloro che credono, perché non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia in virtù della redenzione realizzata dal Cristo Gesù.

Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, nel tempo della divina pazienza.

Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù. ( Rm 3,22-26 )

Ancora: A chi lavora il salario non viene calcolato come un dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia.

Cosi, anche Davide proclama beato l'uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere: - Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate e i peccati sono stati ricoperti; beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato -!

E poco dopo: E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato come giustizia, ma anche per noi, ai quali sarà ugualmente accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù Cristo nostro Signore, il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione. ( Rm 4,4-8; Sal 31,1-2; Rm 4,23-25 )

Ancora poco dopo: Mentre noi eravamo ancora peccatori, il Cristo mori per gli empi nel tempo stabilito. ( Rm 5,6 )

Altrove: Sappiamo che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato.

Io non riesco a capire neppure quello che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto.

Ora, se faccio quello che non voglio, io conosco che la legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.

Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.

Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.

Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me.

Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra.

Sono uno sventurato! Chi mi libererà dal corpo di questa morte? La grazia di Dio per Gesù Cristo nostro Signore. ( Rm 7,14-25 )

Quelli che se la sentono dicano che gli uomini non nascono se non nel corpo di questa morte e che nondimeno non hanno bisogno della grazia di Dio per Gesù Cristo per esser liberati dal corpo di questa morte.

Poco dopo scrive: Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne. ( Rm 8,3 )

Coloro che ne hanno il coraggio dicano che il Cristo sarebbe dovuto nascere in una carne simile a quella del peccato, se noi non fossimo nati nella carne del peccato.

27.44 - Testimonianze di S. Paolo dalla lettera ai Corinti

Ai Corinzi scrive: Vi ho trasmesso dunque anzitutto quello che anch'io ho ricevuto: che cioè il Cristo mori per i nostri peccati secondo le Scritture. ( 1 Cor 15,3 )

Nella seconda Lettera scrive agli stessi: L'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti.

Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.

Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto il Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più cosi.

Quindi se uno è nel Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.

Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliato con sé mediante il Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.

In che modo? È stato Dio a riconciliare con sé il mondo nel Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.

Noi fungiamo quindi da ambasciatori per il Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro.

Vi supplichiamo in nome del Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

Colui che non aveva conosciuto peccato Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.

E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio.

Egli dice infatti: - Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso -. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza. ( 2 Cor 5, 14-6,2; Is 49,8 )

Se ai bambini non appartengono questa riconciliazione e salvezza, chi li cerca per il battesimo del Cristo?

Ma se appartengono ad essi, vuol dire che sono tra gli uomini morti per i quali è morto il Cristo, né possono essere riconciliati e salvati da lui, se egli non rimette i loro peccati e non li imputa più.

27.45 - Testimonianze di S. Paolo dalla lettera ai Galati

Ai Galati scrive ugualmente: Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo secolo perverso. ( Gal 1,3-4 )

E in un altro passo dice: La legge fu aggiunta per le trasgressioni, fino alla venuta della discendenza per la quale era stata fatta la promessa e fu promulgata per mezzo di angeli attraverso un mediatore.

Ora, non si dà mediatore per una sola persona, e Dio è uno solo.

La legge è dunque contro le promesse di Dio? Impossibile!

Se infatti fosse stata data una legge capace di conferire la vita, la giustificazione scaturirebbe davvero dalla legge; la Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché ai credenti la promessa venisse data in virtù della fede in Gesù Cristo. ( Gal 3, 19.22 )

27.46 - Testimonianze di S. Paolo dalla lettera agli Efesini

Altresi agli Efesini scrive: Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli.

Nel numero di quei ribelli siamo vissuti anche tutti noi, un tempo, con i desideri della nostra carne, seguendo le voglie della carne e i desideri cattivi; ed eravamo per natura meritevoli d'ira come gli altri.

Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere con il Cristo, per la grazia del quale siamo stati salvati. ( Ef 2,1-6 )

Poco dopo: Per grazia siete salvi mediante la fede, e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.

Siamo infatti opera sua, creati nel Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha predisposte perché noi le praticassimo. ( Ef 2,8-10 )

Ancora poco dopo: In quel tempo eravate senza il Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio in questo mondo.

Ora invece nel Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani, siete diventati i vicini grazie al sangue del Cristo.

Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era framezzo, cioè l'inimicizia, annullando per mezzo della sua carne la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso dei due un solo uomo nuovo facendo la pace e per trasformarli ambedue a onore di Dio in un solo corpo, distruggendo in se stesso l'inimicizia per mezzo della croce.

Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini.

Per mezzo di lui possiamo presentarci gli uni e gli altri al Padre in un solo Spirito. ( Ef 2,12-18 )

Lo stesso altrove: Secondo la verità che è in Gesù, dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. ( Ef 4,21-24 )

Altrove: E non vogliate rattristare il Santo Spirito di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. ( Ef 4,30 )

27.47 - Testimonianze di S. Paolo dalla lettera ai Colossesi

Anche ai Colossesi parla cosi: Ringraziamo con gioia il Padre che ci ha messo in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce, che ci ha liberato dal potere delle tenebre e ci ha trasferito nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati. ( Col 1,12-14 )

E in un altro luogo: Voi partecipate alla pienezza del Cristo, che è il capo di ogni principato e di ogni potestà.

In lui voi siete stati anche circoncisi, di una circoncisione però non fatta da mano di uomo, mediante la spogliazione del nostro corpo di carne, ma della vera circoncisione del Cristo.

Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti.

Con lui Dio ha dato vita anche a voi che eravate morti per i vostri peccati e per l'incirconcisione della vostra carne, perdonandoci tutti i peccati, annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli.

Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; avendo privato della loro forza i principati e le potestà, ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al corteo trionfale del Cristo. ( Col 2,9-15 )

27.48 - Testimonianze di S. Paolo dalla lettera a Timoteo

E a Timoteo scrive: Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: il Cristo Gesù è venuto in questo mondo per salvare i peccatori, di questi il primo sono io.

Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me per primo tutta la sua magnanimità ad esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. ( 1 Tm 1,15-16 )

Ugualmente dice: Uno solo infatti è Dio e uno solo il Mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. ( 1 Tm 2,5-6 )

Anche nella seconda Lettera dice al medesimo: Non vergognarti della testimonianza da rendere al Signore nostro né di me che sono in carcere per lui, ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio, che ci salva e ci chiama con la sua santa vocazione, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia.

Essa ci è stata data nel Cristo Gesù fino dalla eternità, ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del Signore nostro Gesù Cristo, il quale ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del Vangelo. ( 2 Tm 1,8-10 )

27.49 - Testimonianze di S. Paolo dalla lettera a Tito

Pure a Tito scrive: Attendiamo la beata speranza e la manifestazione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare di noi per sé un popolo puro e generoso, zelante nelle opere buone. ( Tt 2,13-14 )

In un altro passo: Quando però si manifestarono la bontà del nostro Dio salvatore e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvato non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo salvatore nostro, perché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo eredi, secondo la speranza della vita eterna. ( Tt 3,4 )

27.50 - Testimonianze di S. Paolo dalla lettera agli Ebrei

C'è anche da notare quanto grandi testimonianze a nostro favore contenga la Lettera agli Ebrei, sebbene per certuni sia dubbia.

Le riferisco, perché ho letto che alcuni, favorevoli ad altra sentenza contraria a questa nostra sentenza sul battesimo dei bambini, hanno voluto adoperare questa Lettera come teste a difesa di certe loro opinioni.

Su di me tuttavia ha maggior peso l'autorità delle Chiese orientali, le quali hanno anche questa Lettera tra i libri canonici.

Proprio nell'esordio si legge: Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in modi diversi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo.

Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della Maestà nell'alto dei cieli. ( Eb 1,1-3 )

Poco dopo si legge: Se infatti la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza hanno ricevuto giusta punizione, come potremo scampare noi se trascuriamo una salvezza cosi grande? ( Eb 2,1-3 )

In un altro passo: Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Gesù ne è divenuto partecipe per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare cosi quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.

Poco dopo dice: Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. ( Eb 2,14-17 )

Altrove: Manteniamo ferma la professione della nostra fede.

Infatti non abbiamo un sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa a somiglianza di noi, escluso il peccato. ( Eb 4,15 )

n un altro testo scrive: Egli possiede un sacerdozio che non tramonta.

Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore.

Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli; egli non ha bisogno ogni giorno come gli altri sommi sacerdoti di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso. ( Eb 7,24-27 )

In un altro passo ancora: Il Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario con sangue altrui.

In questo caso infatti avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo.

Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.

E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, cosi il Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza. ( Eb 9,24-28 )

27.51 - Testimonianza dall'Apocalisse

Anche l'Apocalisse di Giovanni attesta che si tributano al Cristo con un canto nuovo queste lodi: Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e con il tuo sangue ci hai ricomprato a Dio, da ogni tribù e lingua e popolo e nazione. ( Ap 5,9 )

27.52 - Testimonianza dal libro degli Atti degli Apostoli

Cosi negli Atti degli Apostoli l'apostolo Pietro dice che il Signore Gesù è l'autore della vita e con le seguenti parole rimprovera ai Giudei di averlo ucciso: Voi invece avete oppresso e rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino e avete ucciso l'autore della vita. ( At 3,14-15 )

In un altro luogo: Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi costruttori, è diventata testata d'angolo.

Non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati. ( At 4,11-12 )

Altrove: Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo alla croce.

Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare in lui a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. ( At 5,30-31 )

Ugualmente in un altro passo: Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mano sua. ( At 10,43 )

Nello stesso libro dice l'apostolo Paolo: Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè. ( At 13,38-39 )

27.53 - Testimonianze implicite dell'Antico Testamento

Da questo cumulo cosi grande di testimonianze quale orgoglio che si gonfi contro la verità di Dio non potrà essere ripreso?

E se ne potrebbero trovare molte di più, ma non dobbiamo trascurare la premura di porre termine a quest'opera.

Ho reputato superfluo riferire per questa dottrina molte attestazioni di detti divini anche dai libri del Vecchio Testamento, atteso che le medesime verità che in essi stanno come occultate sotto il velo di promesse terrene, appaiono svelate nella predicazione del Nuovo Testamento.

Il Signore stesso indicò e precisò brevemente l'utilità degli antichi Libri, dicendo necessario che si avverassero le cose scritte su di lui nella Legge, nei Profeti e nei Salmi, ed erano proprio queste: il Cristo doveva patire, risorgere dai morti il terzo giorno, si doveva predicare nel suo nome la conversione e la remissione dei peccati a tutte le genti cominciando da Gerusalemme. ( Lc 24,44-47 )

E Pietro dice, come ho ricordato poco più sopra, che tutti i profeti testimoniano riguardo a Gesù che chiunque crede in lui riceve per mano sua la remissione dei peccati. ( At 10,43 )

27.54 - Alcune testimonianze esplicite dell'Antico Testamento

Ma tuttavia è più pratico che si citino anche dallo stesso Vecchio Testamento pochi testi che dovranno valere o da rincalzo o meglio da completamento.

Il Signore stesso parlando per bocca del profeta in un salmo dice: Sui santi che sono sulla sua terra egli profuse tutte le sue beneficenze. ( Sal 16,3 )

Non i loro meriti, ma le sue beneficenze. A loro che cosa appartiene all'infuori di quello che segue?

Si moltiplicarono le loro infermità, oltre ad essere già infermi.

La legge sopraggiunse appunto perché sovrabbondasse il peccato. ( Rm 5,20 )

Ma che cosa soggiunge? Dopo si affrettarono: moltiplicate le infermità, cioè abbondando il peccato, cercarono con maggiore desiderio il Medico, perché dove abbondò il peccato sovrabbondasse la grazia.

Poi dice: Non riunirò più le loro assemblee piene di spargimenti di sangue, perché il molto sangue dei sacrifici, quando prima si radunavano attorno al tabernacolo o nel tempio, non li mondava, ma piuttosto li denunziava come peccatori.

Dunque, dice, non riunirò più le loro assemblee piene di spargimenti di sangue.

Un solo sangue infatti è stato dato per molti, perché da esso fossero veramente purificati.

Poi seguita: E non ricorderò con le mie labbra i loro nomi, perché ormai sono purificati, rinnovati.

Prima infatti i loro nomi erano: figli della carne, figli del secolo, figli dell'ira, figli del diavolo, immondi, peccatori, empi.

Dopo sono invece figli di Dio: un nome nuovo per l'uomo nuovo che canta un canto nuovo in virtù del Testamento Nuovo.

Non siano ingrati alla grazia di Dio gli uomini, i piccoli insieme ai grandi, ( Ap 19,5 ) dai minori ai maggiori. ( Gn 3,5 )

È voce di tutta la Chiesa: Come pecora smarrita vado errando. ( Sal 119,176 )

È voce di tutte le membra del Cristo: Noi tutti eravamo sperduti come un gregge ( Is 53,6 ) ed egli è stato trafitto per i nostri delitti. ( Is 53,5 )

Questo passo profetico si trova per intero in Isaia.

Per esso il famoso eunuco della regina Candace credette nel Cristo, dopo che gli fu spiegato da Filippo. ( At 8,27-39 )

Osserva quante volte insiste su questa medesima verità e come torna ad inculcarla a non so quale gente superba o litigiosa.

Dice: Un uomo nel dolore, un uomo che sa sopportare il male; cerca di nascondere la sua faccia disprezzata e non tenuta in alcun conto.

Questi porta le nostre infermità e per noi si trova in mezzo ai dolori; noi reputavamo che fosse stato invece afflitto, percosso, umiliato, mentre egli era trafitto per i nostri peccati, maltrattato per le nostre colpe.

Su di lui gravava il prezzo della nostra pace e per le sue piaghe noi siamo stati risanati.

Noi tutti errammo come pecore sbandate e il Signore lo ha consegnato a causa dei nostri peccati.

Trattato cosi male, non emise un sospiro; come una pecora fu condotto alla morte e non apri la sua bocca, come un agnello che sta senza voce dinanzi a chi lo tosa.

Nell'umiliazione fu pronunziata la condanna che lo tolse di mezzo.

Chi potrà narrare la sua generazione, dato che la sua vita fu recisa dalla terra e fu condotto alla morte per le iniquità del mio popolo?

Io darò gli empi per la sua sepoltura e i ricchi per la sua morte, perché egli non aveva commesso iniquità né frode con la sua bocca.

Il Signore volle purificarlo nei patimenti.

Se voi darete in sacrificio per i vostri peccati la vostra anima, vedrete una enorme discendenza.

E vuole il Signore togliere dai dolori la sua anima, mostrargli la luce, rivelarlo, giustificarlo come un giusto che è utile a molti.

E costui porta il peso dei loro peccati.

Per questo avrà molti in eredità e dividerà il bottino dei forti, perché la sua anima fu consegnata alla morte e fu annoverato tra i malfattori, mentre portava i peccati di molti e fu consegnato per le loro iniquità. ( Is 53,3-13 )

Nota altresi quel testo del medesimo profeta che Gesù stesso, facendo pure l'ufficio di lettore in una sinagoga, recitò come avveratosi in lui: Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché il Signore mi ha consacrato per mandarmi ad evangelizzare gli umili, a confortare chi soffre nel suo cuore, a predicare la libertà ai prigionieri e la vista ai ciechi. ( Is 61,1; Lc 4,16-21 )

Senza eccezione tutti quanti vogliamo appartenere al corpo di Gesù, entrare attraverso di lui nel suo ovile, giungere alla vita e salvezza eterna che ha promesso ai suoi, tutti, dicevo, bisogna che riconosciamo colui che non ha commesso peccato e che ha portato i nostri peccati nel suo corpo sopra la croce, perché, lontani dai peccati, viviamo con giustizia; colui che con le sue piaghe ci ha guarito, poiché eravamo infermi come pecore sbandate. ( 1 Pt 2,24-25 )

Nessun cristiano senza la grazia della remissione dei peccati.

Nessuno si salva fuori dal regno di Gesù Cristo. Nessun eletto risorgerà se non per il Cristo.

28.55 - Tutti hanno il peccato originale

Poiché le cose stanno cosi, la fede sana e la dottrina sana non hanno mai considerato nessuno dispensato dalla grazia della remissione dei peccati tra quanti si sono accostati al Cristo con il battesimo e non hanno mai ammesso per nessuno la possibilità della salvezza eterna al di fuori del regno del Cristo.

La salvezza infatti è prossima a rivelarsi negli ultimi tempi, ( 1 Pt 1,5 ) cioè nella risurrezione dei morti, non dei morti destinati alla morte eterna, che si chiama morte seconda; ma dei morti destinati alla vita eterna, che il Dio non mendace promise ai suoi santi e fedeli.

E quanti saranno partecipi della vita eterna, non riceveranno la vita se non nel Cristo, allo stesso modo che tutti muoiono in Adamo. ( 1 Cor 15,22 )

Come infatti senza eccezione tutti coloro che appartengono alla generazione della volontà della carne ( Gv 1,13 ) muoiono in Adamo in cui tutti hanno peccato, cosi in mezzo a costoro senza eccezione tutti quelli che appartengono alla rigenerazione della volontà dello Spirito ricevono la vita nel Cristo in cui tutti sono giustificati.

Perché, come per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, cosi anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione. ( Rm 5,18 )

E non c'è per nessuno una via di mezzo, cosicché non può essere se non con il diavolo chi non è con il Cristo.

Perciò anche il Signore stesso, volendo togliere dal cuore di quanti hanno una fede sbagliata questo non so quale stato intermedio che certuni cercano di assegnare ai bambini non battezzati, perché essi quasi per merito d'innocenza siano nella vita eterna, ma per mancanza di battesimo non siano con il Cristo nel suo regno, ha proferito una sentenza perentoria che chiude la bocca a costoro: Chi non è con me è contro di me. ( Mt 12,30 )

Supponi un qualsiasi fanciullo: se fosse già con il Cristo, perché battezzarlo?

Se invece, com'è vero, proprio per questo si battezza perché sia con il Cristo, certamente senza essere battezzato non è con il Cristo e, poiché non è con il Cristo, è contro il Cristo.

Non dobbiamo infatti né possiamo infirmare o mutare una sua dichiarazione cosi esplicita.

Per cosa dunque contro il Cristo se non per il peccato?

Non certo per il corpo e per l'anima che sono ambedue creature di Dio.

Ma se per il peccato, per quale in cotesta età se non per quello originale e antico?

Una sola è appunto la carne del peccato nella quale nascono tutti per la condanna e una sola è la carne somigliante alla carne del peccato mediante la quale tutti sono liberati dalla condanna.

Quest'ultimo tutti non significa che tanti quanti nascono nella carne del peccato sono mondati mediante la carne che è simile alla carne del peccato: Non di tutti è infatti la fede. ( 2 Ts 3,2 )

Il senso buono è questo: tutti coloro che appartengono alla generazione del connubio carnale nascono nella carne del peccato e tutti coloro che appartengono alla generazione del connubio spirituale sono mondati mediante la carne somigliante a quella del peccato: cioè i primi appartengono per Adamo alla condanna, i secondi appartengono per il Cristo alla giustificazione.

Come se dicessimo per esempio: "In questa città c'è una sola levatrice che raccoglie tutti e c'è un solo maestro di lettere che insegna a tutti"; tutti non si possono intendere nel primo caso se non quelli che nascono e nel secondo se non quelli che studiano, senza però che studino le lettere tutti quelli che nascono.

Per chiunque è chiaro che è detto bene nel caso della levatrice: "Raccoglie tutti, in quanto nessuno nasce fuori dalle sue mani", ed è detto bene nel caso del maestro: "Insegna a tutti, in quanto nessuno impara senza il suo insegnamento".

28.56 - Il risultato di tante testimonianze

Considerate tutte le testimonianze divine che ho citato, sia discutendole una per una, sia raggruppandone parecchie in massa, e considerate altre testimonianze simili che non ho citato, non si riscontra se non ciò che ritiene la Chiesa universale, la quale deve vigilare contro tutte le novità profane. ( 1 Tm 6,20 )

Pertanto ogni uomo è separato da Dio fino a quando per la mediazione del Cristo non è riconciliato con Dio; e nessuno può essere separato da Dio se non a causa di peccati che lo tengano lontano da Dio, e può essere riconciliato solo con la remissione dei peccati, in virtù dell'unica grazia del misericordiosissimo Salvatore, in virtù dell'unica vittima offerta dal verissimo Sacerdote.

Insomma tutti i figli della donna che credette al serpente e per questo fu corrotta dalla libidine ( Gen 3,1-6 ) non sono liberati dal corpo di questa morte se non per opera del Figlio della Vergine che credette all'angelo e per questo fu fecondata senza libidine. ( Lc 1,26-38 )

29.57 - Descrizione del peccato originale sullo sfondo della concupiscenza carnale

Il bene dunque del matrimonio non è il fervore della concupiscenza, ma un certo modo lecito e onesto di fare uso di quel fervore, ordinato a propagare la prole, non ad appagare la libidine.

Propria delle nozze è quella volontà e non questa voluttà.

Il male dunque del peccato con il quale nasce ogni uomo è precisamente il fatto che il fervore della concupiscenza si muove disobbedientemente nelle membra del corpo di questa morte e tenta di trascinare tutto l'animo dopo d'averlo a sé assoggettato, e non insorge quando la ragione vuole né si calma quando la ragione vuole.

Quando però si contiene l'ardore della concupiscenza perché non ceda ad illecite depravazioni ma si avvii a propagare ordinatamente le sole supplenze del genere umano allora si ha il bene del matrimonio, in virtù del quale l'uomo nasce nell'ordine della società.

Ma nessuno rinasce nel corpo del Cristo, se prima non nasce nel corpo del peccato.

Come poi è male usare male di un bene, cosi è bene usare bene di un male.

Queste due cose dunque, il bene e il male, più le altre due, il loro uso buono o cattivo, se si sommano insieme, fanno quattro cose differenti.

Usa bene del bene chi consacra la continenza a Dio,

usa male del bene chi consacra la continenza a un idolo,

usa male del male chi lascia andare la concupiscenza all'adulterio,

usa bene di un male chi restringe la concupiscenza al matrimonio.

Come dunque usare bene del bene è meglio che usare bene del male, pur essendo buona l'una e l'altra cosa, cosi colui che dà in sposa la propria figlia fa bene e chi non la dà in sposa fa meglio. ( 1 Cor 7,38 )

Di tale questione ho trattato molto più abbondantemente e molto più esaurientemente in due libri, Dignità del Matrimonio e La Santa Verginità, secondo l'esiguità delle mie forze e l'aiuto del Signore.

Per il bene dunque delle nozze non difendano il male della concupiscenza coloro che esaltano la carne e il sangue del prevaricatore contro la carne e il sangue del Redentore, e la superbia dell'errore non involi con sé i bambini sulla cui piccola età il Signore ha proposto a noi un esempio d'umiltà.

Il solo a nascere senza peccato è stato colui che la Vergine concepi senza l'amplesso maritale: non per concupiscenza della carne, ma per obbedienza della mente.

La sola che poté partorire la Medicina per la nostra ferita è stata colei che diede alla luce il Capo di una discendenza santa senza l'intervento della ferita del peccato.

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