Agnello

Dizionario

1) Nato della pecora che non abbia superato un anno d'età;

estens. la carne dell'animale macellato e la sua pelliccia

2) fig. Persona buona, mite, remissiva


Nella Bibbia

la docilità del piccolo della pecora e il suo dipendere in tutto dal pastore rappresentano un'immagine del rapporto dell'uomo con Dio, che fa pascolare le schiere del suo gregge "come un pastore… con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri" ( Is 40,11 ).

L'agnello era l'animale sacrificale preferito in Israele ( Es 29,38s ).

Giovanni Battista riconosce in Gesù il vero agnello pasquale: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo!" ( Gv 1,29 );

le stesse parole di Gesù nell'ultima cena lasciano trasparire che egli stesso si donava quale agnello pasquale: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo… Bevetene tutti perché questo è il mio sangue dell'alleanza …" ( Mt 26,26s ).

Il simbolismo viene ampiamente ripreso da s. Paolo ( 1 Cor 5,7 ), dalla prima lettera di Pietro ( 1 Pt 1,19 ), ma soprattutto dal libro dell'Apocalisse.

Come già nell'Antico Testamento talora Dio era chiamato sposo d'Israele ( Is 54,1-8; Os 2,16-18 ), nell'Apocalisse ( Ap 19 ) il compimento del Regno di Dio viene paragonato a nozze nelle quali Cristo, nella figura dell'agnello, si unisce per sempre alla sua sposa, la comunità dei credenti.

… di Dio

Nella cultura semita e poi anche in quella contadina, l'agnello è il simbolo della mansuetudine, della mitezza ( Is 53,7 ) e docilità al pastore.

Esso era poi l'animale preferito per i sacrifici offerti a Dio, e particolarmente per il sacrificio di Pasqua ( Es 12,3-6 ): con tale sacrificio l'agnello diventa strumento di comunione con Dio e ricordo vivo della sua salvezza.

Il N.T. applica il titolo a Gesù, sia come vero Agnello pasquale ( Gv 1,29.36; Gv 19,36; Es 12,46 ), sia come immagine del Servo sacrificato e Risorto, ormai vittorioso ( Ap 5,6-13; Ap 6-7; Ap 12,11; Ap 14,1-10 )

Quando Giovanni Battista, presso il Giordano dove stava battezzando, vide avvicinarsi Gesù, disse: " Ecco l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo " ( Gv 1,29.36 ).

È uno dei simboli principali della cristologia giovannea.

In esso, all'immagine dell'agnello pasquale ( Es 12,1 ) si unisce quella del Servo di Jhwh del Deutero-Isaia ( Is 53,4.7 ) che si offre come agnello sacrificato per i nostri peccati, agnello di espiazione ( Lv 14 ).

In aramaico, la stessa parola designa l'agnello e il servo.

L'Apocalisse utilizza questo titolo una trentina di volte: Cristo è l'agnello immolato ma trionfante, redentore che ha vinto la morte ( cf Ap 5,6.12; Ap 13,8 ).

L'agnello pasquale

Alla vigilia dell'Esodo, YHWH ordinò agli Ebrei di immolare in ogni famiglia un agnello "senza difetti, maschio, di un anno" ( Es 12,5; cfr. tutta la prescrizione in Es 12,2-11; Nm 9,2-14 ), di mangiarlo alla sera, e di segnare col suo sangue gli stipiti delle porte ( Es 12,7.13.22-23: tutta la casa era così consacrata come un altare ).

Grazie a questo segno gli ebrei sarebbero stati risparmiati dall'angelo sterminatore, che veniva a colpire tutti i primogeniti degli Egiziani.

L'agnello doveva essere maschio e perfetto.

Nei tempi antichi veniva immolato dal padre di famiglia; più tardi l'immolazione verrà effettuata dai leviti ( Esd 6,20; 2 Cr 30,17; 2 Cr 35,6 ) nell'atrio del Tempio di Gerusalemme, in ogni caso il giorno 14 del mese del primo mese ( nîsān ) dell'anno ebraico, a sera, e il sangue ne era versato ( dopo l'erezione del Tempio ) ai piedi dell'altare.

Lo si consumava arrostito, senza spezzarne le ossa ( Es 12,46; Nm 9,12; cfr. Gv 19,36 ), in gruppi da dieci a venti.

Arricchendo il tema primitivo, la tradizione giudaica successiva diede un valore redentore al sangue dell'agnello: "In virtù del sangue dell'alleanza della circoncisione e in virtù del sangue della Pasqua, io vi ho liberati dall'Egitto".

Grazie al sangue dell'agnello pasquale gli Ebrei sono stati riscattati dalla schiavitù d'Egitto e quindi hanno potuto diventare nazione consacrata", un "regno di sacerdoti ( Es 19,6 ), legati a YHWH da un'alleanza e governati dalla legge di Mosè.

L'agnello che gli israeliti sacrificavano nel tempio il primo giorno della pasqua come memoriale del sacrificio offerto prima della liberazione dall'Egitto, quando Dio, vedendo le case degli israeliti i cui stipiti e l'architrave erano segnati dal sangue dell'agnello, era " passato oltre ", risparmiando i loro primogeniti.

L'agnello, al tempo del NT, era sgozzato nel tempio.

I sacerdoti ne versavano il sangue presso l'altare e la carne era mangiata nella cena pasquale.

L'agnello è prefigurazione di Cristo, che Paolo chiama " nostra pasqua " ( 1 Cor 5,7 ).

Il servo del Signore

Perseguitato dai suoi nemici, il profeta Geremia si paragona ad un "agnello che viene condotto al macello" ( Ger 11,19 ).

L'immagine è ripresa dal Deutero Isaia, che l'applica al servo del Signore che, morendo per espiare i peccati del suo popolo, viene descritto "come un agnello condotto al macello, come pecora muta e che non apre bocca di fronte ai suoi tosatori" ( Is 53,7 ).

Tale testo sottolinea l'umiltà e la rassegnazione del Servo.

Cristo, vero agnello

Il Nuovo Testamento riprende entrambe le prospettive dell'Antico, e le arricchisce di l'ulteriore immagine dell'agnello "ritto come immolato".

L'Agnello mansueto

All'eunuco della regina d'Etiopia il diacono Filippo spiega il brano di Is 53 in riferimento al Cristo e alla sua passione ( At 8,31-35 ).

Allo stesso testo rimandano gli evangelisti quando sottolineano che Cristo "taceva" dinanzi al sinedrio ( Mt 26,63 ) e non rispondeva nulla a Pilato ( Gv 19,9 ).

È possibile che anche quando Giovanni Battista indica in Gesù "l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo" ( Gv 1,29; cfr. Is 53,7.12; Eb 9,28 ) abbia in mente tale testo.

L'Agnello Pasquale

La tradizione cristiana ha visto in Cristo "il vero agnello" pasquale, e la sua missione redentrice è ampiamente descritta nella catechesi battesimale soggiacente alla prima lettera di Pietro; ad essa poi fanno eco gli scritti giovannei e la lettera agli Ebrei.

Ne viene una raffinata teologia:

Gesù è l'agnello ( 1 Pt 1,19; Gv 1,29; Ap 5,6 ).

È l'agnello senza difetto ( Es 12,5 ), cioè senza peccato ( 1 Pt 1,19; Gv 8,46; 1 Gv 3,5; Eb 9,14 ).

È l'agnello che riscatta gli uomini a prezzo del suo sangue ( 1 Pt 1,18-19; Ap 5,9-10; Eb 9,12-15 ).

Con il suo sangue l'agnello ha liberato gli uomini dalla "terra" ( Ap 14,3 ),

dal mondo malvagio dedito alla perversione che deriva dal culto degli idoli ( 1 Pt 1,14.18; 1 Pt 4,2-3 ).

Grazie all'agnello ormai gli uomini possono evitare il peccato ( 1 Pt 1,15-16; Gv 1,29; 1 Gv 3,5-9 ).

L'agnello ha fatto degli uomini il nuovo "regno di sacerdoti", la vera "nazione consacrata" ( 1 Pt 2,9; Ap 5,9-10; cfr. Es 19,6 );

essi offrono perciò a Dio il culto spirituale di una vita irreprensibile ( 1 Pt 2,5; Eb 9,14 );

essi hanno lasciato le tenebre del paganesimo per la luce del regno di Dio ( 1 Pt 2,9 ): questo è il loro esodo spirituale.

Avendo, grazie al sangue dell'agnello ( Ap 12,11 ), vinto Satana, di cui il faraone era il tipo,

essi possono intonare "il cantico di Mosè e dell'agnello" ( Ap 15,3; Ap 7,9-10.14-17; cfr. Es 15 ), nel quale viene esaltata la loro liberazione.

La tradizione che vede in Cristo il vero agnello pasquale risale alle origini stesse del cristianesimo: ne abbiamo l'indicazione dove Paolo esorta i fedeli di Corinto a vivere come azzimi, "nella purezza e nella verità", poiché, dice, "la nostra Pasqua, Cristo, è stato immolato" ( 1 Cor 5,7 ).

Qui Paolo non propone un insegnamento nuovo su Cristo-agnello, ma si riferisce alle tradizioni liturgiche della Pasqua cristiana, ben anteriori quindi agli anni 55-57 in cui l'apostolo scriveva la lettera.

Stando alla cronologia giovannea, l'evento stesso della morte di Cristo avrebbe fornito il fondamento di questa tradizione: in Giovanni Gesù muore la vigilia della festa degli azzimi ( Gv 18,28; Gv 19,14.31 ), quindi il giorno della Pasqua, nel pomeriggio ( Gv 19,14 ), nell'ora stessa in cui, secondo le prescrizioni della legge, si immolavano nel tempio gli agnelli.

Inoltre dopo la morte non gli furono spezzate le gambe come agli altri condannati ( Gv 19,33 ), ed in questo fatto Giovanni vede la realizzazione della prescrizione rituale concernente l'agnello pasquale ( Gv 19,36; cfr. Es 12,46 ).

L'Agnello celeste

Pur conservando fondamentalmente il tema di Cristo-agnello pasquale ( Ap 5,9-10 ), l'Apocalisse stabilisce un netto contrasto tra la debolezza dell'agnello immolato e la potenza che la sua esaltazione al cielo gli conferisce.

Agnello nella sua morte redentrice, Cristo è nello stesso tempo un leone, la cui vittoria ha liberato il popolo di Dio, prigioniero delle potenze del male ( Ap 5,5-6; Ap 12,11 ).

Condividendo ora il trono con Dio ( Ap 22,1.3 ), ricevendo con lui l'adorazione degli esseri celesti ( Ap 5,8.13; Ap 7,10 ), l'Agnello è investito d'un potere divino.

Egli esegue i decreti di Dio contro gli empi ( Ap 6,1 ), e la sua ira li immerge nel terrore ( Ap 6,16 ); egli conduce la guerra escatologica contro le potenze del male coalizzate, e la sua vittoria lo consacrerà "re dei re e Signore dei signori" ( Ap 17,14; Ap 19,16 ).

L'agnello ritroverà la sua antica mitezza solo quando saranno celebrate le sue nozze con la Gerusalemme celeste, che simboleggia la Chiesa ( Ap 19,7.9; Ap 21,9 ).

Allora l'agnello si farà pastore per condurre i fedeli verso le sorgenti d'acqua viva della beatitudine celeste ( Ap 7,17; cfr. Ap 14,4 ).


Nella liturgia

Testo dell'Agnus Dei nel rito romano:

« Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. »

Storia

Già la narrazione dell'Apocalisse sembra presagire la celebrazione di una liturgia

– l'Agnello sull'altare come su un trono;

il clero presente simile ai ventiquattro vegliardi seduti sui seggi, avvolti in candide vesti;

il canto del "Sanctus, sanctus, sanctus";

il profumo che si innalza dalle coppe d'oro, e la musica delle arpe;

e poi, come per un cambiamento repentino, in mezzo a tutti "un Agnello, come immolato".

Il simbolismo di modelli e personaggi del Vecchio Testamento,

la profezia Messianica di Isaia,

l'acclamazione del Battista,

le rivelazioni mistiche dell'Apocalisse

furono celebrate nell'inno mattutino del "Gloria in excelsis" che faceva originariamente parte dell'ufficio delle Lodi.

L'invocazione liturgica sembra sia stata presa direttamente proprio dal canto molto antico del "Gloria in excelsis", anche se leggermente cambiata per quanto riguarda una parola, peccata anziché peccatum ( peccatum, tuttavia, appare in altre fonti, quali il Messale di Stowe e altri Messali Inglesi, e nell'Antifonario di Bangor ).

Sia l'invocazione che il cerimoniale che l'accompagnano, però, hanno subito numerosi cambiamenti nelle diverse epoche e luoghi.


L'agnello inviato sarebbe un segno di sottomissione ( 2 Re 3,4 ).

Traducendo: « Invia, signore, l'agnello sovrano della terra », san Girolamo propone per questo passo un'interpretazione messianica.

Is 16,1

Gesù …

l'agnello di Dio: uno dei simboli maggiori della cristologia giovannea.

Fonde in una sola realtà l'immagine del « servo » di Is 53, che porta il peccato degli uomini e si offre come « agnello di espiazione » ( Lv 14 ), e il rito dell'agnello pasquale ( Es 12,1+; Gv 19,36 ), simbolo della redenzione di Israele ( At 8,31-35, 1 Cor 5,7; 1 Pt 1,18-20 ).

Gv 1,29

È probabilmente a questo versetto combinato con il v 4, che fa allusione Giovanni Battista quando presenta Gesù come « l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo ».

Si è notato che in aramaico la stessa parola talja' designa l'agnello e il servo.

È Possibile che il precursore abbia usato intenzionalmente questa parola, ma l'evangelista, scrivendo in greco, abbia dovuto scegliere.

Is 53,7

Appare qui il titolo di Agnello, che succede ai titoli messianici del v 5 e sarà dato al Cristo una trentina di volte in Ap.

È l'Agnello che è stato immolato per la salvezza del popolo eletto.

Porta i segni del supplizio, ma è in piedi.

Trionfa ( At 7,55 ), vincitore della morte ( Ap 1,18 ).

Perciò è associato a Dio come capo di tutta l'umanità ( Ap 21-22; Rm 1,4+ ).

« il Messia, leone per vincere, si è fatto agnello per soffrire » ( Petavio ).

Ap 5,6

Schedario biblico

Cristo, Nuovo agnello B 51
Cristo, Servo sofferente B 24
Pasqua di Cristo B 92
Banchetto escatologico D 30
Pasqua D 60
Animale F 64

Concilio Vaticano II

Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato LG 3

Magistero

Angelus Francesco 19-1-2014

L'agnello non è un dominatore, ma è docile; non è aggressivo, ma pacifico; non mostra gli artigli o i denti di fronte a qualsiasi attacco, ma sopporta ed è remissivo.

E così è Gesù! Così è Gesù, come un agnello.

Catechismo della Chiesa Cattolica

Cristo Agnello 523
Il battesimo di Gesù 536
« Dio l'ha fatto peccato per noi » 602
« L'Agnello che toglie il peccato del mondo » 608ss
  613
Giovanni, Precursore, Profeta e Battista 719
  1364
Chiesa, sposa dell'Agnello 757
La Chiesa è la Sposa di Cristo 796
L'apostolato 865
La speranza dei cieli nuovi e della terra nuova 1045
Apocalisse e l'Agnello 1137
  2159
La mistagogia della celebrazione 1244
Nozze dell`Agnello 1329
Il matrimonio nel disegno di Dio 1602
Il matrimonio nel Signore 1612
  1642
La preghiera della Vergine Maria 2618
La verginità per il Regno 1618
La grazia del sacramento del Matrimonio 1642
Abramo e l'Agnello per l'olocausto 2572
Testimoni e gloria dell'Agnello 2642
La preghiera a Gesù 2665

Summa Teologica

… pasquale ( figura dell'Eucaristia ) III, q. 73, a. 6

Padri della Chiesa

Agostino - Commento al Vangelo di S. Giovanni Omelia 7
Bisogna dire che lui è agnello in modo unico
Agostino - Discorsi sul Nuovo Testamento Mt 11,2