Lo Spirito Santo nella Morale

E 25

Timore di Dio

Rif.

Si potrebbero distinguere, nell'evoluzione biblica, due specie di « timore ».
L'ebreo conosce il timore sacro davanti alle teofanie.
A 27
Il peccatore, conosce anche il timore morale della Legge.
A poco a poco, questi due timori si uniscono grazie a una migliore concezione della santità di Dio.
A 6
Il timore diventa, da allora, il principio stesso della vita morale e della comunicazione della vita divina.
Nel N. T. si parlerà contemporaneamente di « timore » e di « ammirazione » dinanzi alla potente parola di Cristo nella sua legge e nei suoi miracoli, per dire sia la meraviglia di trovarsi negli ultimi tempi e sia la volontà di accettare la legge propria di questi tempi.

Testi

Rilievi

Rif.

Gen 15,1-7
Gen 18,27
Gen 28,15-17
Es 3,1-5
Es 34,10-13
Dt 7,17-24
Gdc 6,22-23
Ogni volta che Jahvè vuole manifestarsi, l'uomo viene preso da spavento, perché Jahvè è santo
A 6
e le sue opere sono temibili.
Si noti ogni volta la frase di Dio: « Non temere ».
A 27

Sal 77,17
Sal 65,8-9
Mt 8,23-27
Le cosmologie che riferiscono l'azione di Dio sugli elementi comportano sovente lo spavento degli spettatori.
Si veda soprattutto le vittorie di Dio sulle acque.

Gen 2,17
Gen 3,9-10
Un antico testo presenta il timore come conseguenza del peccato.

Is 6,3-7
Is 29,22-24
Is 8,11-15
Dt 10,14-22
Dio Sabaoth è santo e bisogna temere solo lui.
Si noti che in Is 6, il motivo del timore non è più l'aver visto Dio, ma essere peccatore.
È insieme timore sacro e timore morale.

Gen 20,11
Gen 42,18
Es 18,21-23
2 Sam 23,2-4
Insomma, il timore di Dio diviene da allora il vero atteggiamento religioso.

Dt 5,28-6,13
Dt 17,19-20
Es 20,18-21
Gb 1,6-12
Pr 8,12-21
Sir 2,14-18
Sal 119,14-18.33-40
Sal 128
La nozione di timore si interiorizza.
Vi si vede progressivamente, non più un terrore, ma un mezzo per evitare il male e per osservare i comandamenti.
È merito del Dt. aver realizzato questa spiritualizzazione.
Dio appare nella Legge; aver timore della Legge è riconoscere la presenza di Dio in essa.

Sal 119,1-2
Sal 112,1
Sal 128,1
Sir 25,8-11
I Sal. tentano di far passare questa dottrina facendo dipendere la felicità da questo timore di Dio.

Dt 31,12-13
Pr 1,7
Pr 9,7-12
Gb 28,23-28
Sal 111,5-10
Sal 34,8-15
Sir 1,11-20
Sir 15,1-6
Da allora, il timore diventa il primo dei comandamenti ( Dt. ), il « principio della sapienza » ( Pr. ) e riassume tutto l'atteggiamento religioso.

Gen 22,12
2 Re 17,33-34
Il timore diventa anche atteggiamento liturgico: l'atteggiamento morale indispensabile al sacrificio.
Ricordo di un antico proverbio pagano in cui « temere » Dio significava « fare dei riti » alla sua presenza.

Gen 22,11-13
Es 1,17.21
Gb 1,1.8
At 9,31
At 10,1-2
Il titolo di « timorato di Dio » viene dato a ogni giusto, ebreo o pagano.
C 23

Sal 36,2-4
Is 63,17-18
Rm 3,10-18
L'empio è appunto colui che « non teme Dio ».

Mt 8,27
Lc 4,22
Lc 2,9-18.33.47
Mt 7,28
Il timore davanti alle teofanie dell'A. T. diventa ammirazione per i miracoli e le parole del Signore, in cui si intuisce la presenza di Dio.

At 9,31
2 Cor 5,11
Ef 5,21
Nell'N. T. il timore di Jahvè diventa timore del Signore, cioè atteggiamento di adesione al nome del Signore.
B 11

Rm 8,14-16
2 Tm 1,6-7
1 Gv 4,18
Il timore sarà considerato il sentimento tipo dell'A. T. in opposizione all'amore, sentimento del N. T.
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