Poveri

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Nell'annuncio evangelico d'ogni tempo, l'amore preferenziale per i poveri è un criterio primario nella prassi della Chiesa, in riferimento alle antiche povertà del mondo sottosviluppato e oggi anche a quelle nuove, di emarginazione, nelle società opulente.

Ignorarle significherebbe fare come il ricco epulone, che fingeva di non conoscere Lazzaro il mendico, giacente fuori della sua porta ( Lc 16,19-31 ).

La radicale presa di posizione evangelica non è utopia illuministica e non si trasforma in ideologia.

Il cristiano non indulge ad alcun pauperismo ambiguo, come quello propugnato da correnti spiritualiste di tipo manicheo, che ignorano il valore della creazione e di tutte le creature.

È la constatazione dei fatti.

"I poveri li avrete sempre con voi", ha detto il Signore ( Gv 12,8 ).

Poveri e povertà nell'Antico Testamento

Dio dà il possesso della terra a tutto il genere umano, perché tutti abbiano il loro sostentamento.

La prospettiva biblica iniziale è dunque quella della ricchezza ( v. ) come sinonimo di benedizione divina.

La privazione dei beni materiali non è per se stessa un valore.

Anzi, se minaccia la dignità della vita umana, è in flagrante contraddizione con il piano divino.

La povertà compare perciò anzitutto come problema, sia che derivi da disgrazie della vita o, peggio ancora, da ingiuste sperequazioni.

Il fedele avverte la responsabilità di porvi rimedio, poiché Dio stesso prende le parti dei poveri.

Così il Pentateuco considera sacra la solidarietà sociale: per esempio, nella mietitura e nella vendemmia qualcosa va lasciato per "il povero e il forestiero" ( Lv 19,9s ): "poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese, perciò io ti do questo comando e ti dico: apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese" ( Dt 15,11 ).

I re d'Israele, pur nella contraddizione di chi detiene il dominio sul popolo, hanno soprattutto la funzione di rappresentare Dio come padre dei poveri.

"Egli libererà il povero che grida e il misero che non trova aiuto, avrà pietà del debole e del povero e salverà la vita dei suoi miseri" ( Sal 72,12-13 ).

Non la povertà, ma la capacità di tradurla in occasione di crescita spirituale, è un valore.

Il povero sperimenta positivamente di essere prediletto da Dio.

"Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce" ( Sal 34,7 ).

I poveri dei salmi ( in ebraico: 'anawim ) sono gli indigenti, ma soprattutto i miti, gli umili, fiduciosi solo nell'intervento di Dio, a cui va l'incessante preghiera: "Non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.

Sii fedele alla tua alleanza" ( Sal 74,19-20 ).

Tale esperienza diviene collettiva dopo la scomparsa della monarchia: il popolo intero è travolto dalle sconfitte militari, le deportazioni, la carestia.

I profeti proclamano però che proprio dai poveri sarebbe spuntato il Messia.

La dinastia davidica e come un grande albero abbattuto, ma "un germoglio spunterà dal tronco di Jesse…

Su di lui si poserà lo spirito del Signore…" ( Is 11,1-2 ).

Poveri e povertà nel Nuovo Testamento

Gesù si presenta come il Messia dei poveri, inviato dallo Spirito a portare loro la buona novella ( Is 61 ) e la consolazione ( v ).

Si dichiara "mite ed umile di cuore" ( Mt 11,29 ), come i "poveri" di JHWH.

Proclama beati i "poveri in spirito" ( Mt 5,3 ), cioè coloro che hanno animo da poveri e vivono con piena fiducia nella Provvidenza di Dio, che viene incontro a tutte le umane necessità.

Prova l'autenticità del suo messianesimo con la premura taumaturgica verso i bisognosi nel corpo e nello spirito e mostrando che così giunge il Regno di Dio ( Mt 12,28 ).

Infine annuncia che il giudizio finale avverrà in base alle opere di misericordia ( Mt 25,31-46 ).

Gesù, chiamando i discepoli a seguirlo, esige da loro che lascino tutto ( Mt 19,21 ), dando così inizio alla pratica della povertà evangelica volontaria, finalizzata all'avvento del Regno.

La tradizione cristiana

Nella Chiesa primitiva la povertà evangelica si esprime soprattutto come condivisione dei beni ( At 2,44-45 ) in un clima di gioia escatologica.

Le comunità fondate da Paolo dimostrano la loro comunione con i poveri della Chiesa madre mediante generose collette ( 2 Cor 8-9 ).

È poi soprattutto la vita monastica a mantenere lo spirito della povertà evangelica mediante la condivisione.

Dal Medioevo i francescani e gli altri ordini mendicanti rendono ancor più radicale e gioiosa la povertà evangelica.

Innumerevoli istituti religiosi sono nati a servizio d'ogni tipo di povertà, e oggi vi si aggiungono le molte forme di volontariato.

La "Chiesa dei poveri" fa proprio lo stile di umiltà e abnegazione di Cristo e riscopre il valore attivo e creativo della povertà per la sua missione e il progresso dell'umanità.

Infatti oggi paradossalmente si riscoprono la parsimonia e la sobrietà come l'unico stile di vita che consenta uno sviluppo mondiale "sostenibile", viste le urgenze di tipo ambientale e quelle della giusta redistribuzione delle risorse tra le aree del pianeta.

v. Ricchezza/ricchi; Umiltà

Umili o poveri; in ebraico 'anawîm.

I poveri occupano un grande posto nella bibbia.

Se la letteratura sapienziale considera a volte la povertà, rêsh, come conseguenza dell'ozio ( Pr 10,4; Pr 14,21; Pr 18,12 ), i profeti sanno che i poveri sono anzitutto gli oppressi 'anijjîm perciò essi reclamano giustizia per i deboli e i piccoli, dallîm, e gli indigenti, 'ebjôním ( Am 2,6s; Is 10,2; Gb 34,28s; Sir 4,1s; Gc 2,2s ).

Il Deuteronomio seguendo Es 22,20-26; Es 23,6, risponde ai loro appelli con una legislazione umanitaria ( Dt 24,10s ).

Con Sofonia il vocabolario sulla povertà prende una colorazione morale ed escatologica ( Sof 3,11s; Is 49,13; Is 57,14-21; Is 66,2; Sal 22,27; Sal 34,3s; Sal 37,11s; Sal 69,34; Sal 74,19; Sal 149,4; Mt 5,3+; Lc 1,52; Lc 6,20; Lc 7,22 ).

Gli 'anawîm sono insomma gli Israeliti sottomessi alla volontà divina.

All'epoca dei LXX, il termine 'anaw ( o anî ) esprime sempre più l'idea di altruismo ( Zc 9,9; Sir 1,27 ).

Ai « poveri » sarà inviato il Messia ( Is 61,1; Is 11,4; Sal 72,12s; Lc 4,18 ).

Egli stesso sarà umile e dolce ( Zc 9,9; Mt 11,29; Mt 21,5 ) e anche oppresso ( Is 53,4; Sal 22,25 ).

Sof 2,3

Beati: l'A. T. usa talvolta formule di felicitazione come queste, a proposito di pietà, saggezza, prosperità, timor di Dio ( Sal 1,1-2; Sal 33,12; Sal 127,5-6; Pr 3,3; Sir 31,8 ).

Gesù ricorda, nello spirito dei profeti, che anche i poveri hanno parte a queste « benedizioni »: le prime tre « beatitudini » ( Mt 5,3-5; Lc 6,20-21+ ) dichiarano che uomini, considerati comunemente sventurati o maledetti, sono felici, perché sono preparati a ricevere la benedizione del regno.

Le beatitudini successive interessano più direttamente l'atteggiamento morale dell'uomo.

Altra beatitudini di Gesù: Mt 11,6; Mt 13,16; Mt 16,17; Mt 24,46; Lc 11,27-28; Lc 1,45; Ap 1,3; Ap 14,13.

I poveri in spirito: traduzione letterale BJ più liberamente: « Coloro che hanno un'anima da poveri ».

Il Cristo riprende la parola « povero » con la sfumatura morale già percepibile in Sofonia ( Sof 2,3+ ), esplicitata qui con l'espressione « in spirito », assente in Lc 6,20.

Indifesi e oppressi, « umili » o i « poveri »sono disponibili per il regno dei cieli: tale è il tema delle beatitudini ( Lc 4,18; Lc 7,22; Mt 11,5; Lc 14,13; Gc 2,5 ).

La povertà sta alla pari con l'« infanzia spirituale », necessaria per entrare nel regno ( Mt 18,1s; Mc 9,33s; Lc 9,46; Mt 19,13sp; Mt 11,25sp; il mistero rivelato ai « piccoli », nêpioi; Lc 12,32; 1 Cor 1,26s ).

Ai poveri, ptôchoi, corrispondono ancora gli umili, tapeinoi ( Lc 1,48.52; Lc 14,11; Lc 18,14; Mt 23,12; Mt 18,4 ), gli « ultimi » opposti ai « primi » ( Mc 9,35 ), i « piccoli » opposti ai « grandi » ( Lc 9,48; Mt 19,30p; Mt 20,26p; Lc 17,10 ).

Sebbene la formula di Mt 5,3 sottolinei lo spirito di povertà, presso il ricco come presso il povero, ciò che il Cristo considera generalmente è una povertà effettiva, in particolare per i suoi discepoli ( Mt 6,19s; Lc 12,33s; Mt 6,25p; Mt 4,18sp; Lc 5,1s;Lc 9,9p; Lc 19,21p; Lc 19,27; Mc 10,28p; At 2,44s; At 4,32s ).

Egli stesso dà esempio di povertà ( Lc 2,7; Mt 8,20p ) e di umiltà ( Mt 11,29; Mt 20,28p; Mt 21,5; Gv 13,12s; 2 Cor 8,9; Fil 2,7s ) e si identifica con i piccoli e gli infelici ( Mt 25,45; Mt 18,5sp ).

Mt 5,3

Il pericolo delle ricchezze e il consiglio di disfarsene e di praticare l'elemosina, è un tratto caratteristico della religione di Luca ( Lc 3,11; Lc 5,11.28; Lc 6,30; Lc 7,5; Lc 11,41; Lc 12,33-34; Lc 14,13.33; Lc 16,9; Lc 18,22; Lc 19,8; At 9,36; At 10,2.4.31 ).

Lc 12,33

Sommario analogo a quello di At 2,42-47.

Ha per argomento la comunanza totale dei beni, e serve da introduzione ai due esempi che seguono: quello di Barnaba e quello di Anania e Saffira.

L'insistenza sulla spogliazione effettiva delle ricchezze è una caratteristica della religiosità di Luca ( Lc 12,33+ ).

At 4,32

Magistero

Messaggi giornate mondiali dei Poveri

La Chiesa in tutto il mondo vuole essere la Chiesa dei poveri

Discorso Giovanni Paolo II
2-7-1980

Il nostro destino eterno è condizionato dal nostro atteggiamento, sta a noi seguire la strada che Dio ci ha mostrato per giungere alla vita, e questa strada è l'amore, non inteso come sentimento, ma come servizio agli altri, nella carità di Cristo

Angelus Benedeto XVI
26-9-2010

Concilio Ecumenico Vaticano II

Oggi: Cristo grida nei … Gaudium et spes 88
per i quali si può giungere fino al disprezzo Gaudium et spes 63
e che sono gravemente danneggiati dalla corsa agli armamenti Gaudium et spes 81
contrasti tra nazioni ricche e … Gaudium et spes 8
Cristo povero Lumen gentium 8
  Lumen gentium 12
  Prebyterorum ordinis 17
  Perfectae caritatis 13
ha annunziato la buona novella ai … Ad gentes 5
  Prebyterorum ordinis 17
li ha proclamati beati Lumen gentium 38
Maria primeggia fra i … del Signore Lumen gentium 55
La Chiesa riconosce nei … la immagine di Cristo Lumen gentium 8
è intimamente unita ai … Gaudium et spes 1
  Ad gentes 12
ha in particolare onore la misericordia verso i … Apostolicam actuositatem 8
e può e deve suscitare opere per essi Gaudium et spes 42
ritiene opportuno creare un organismo della Chiesa universale per fomentare l'amore dei … Gaudium et spes 90
I … sono uniti a Cristo sofferente Lumen gentium 41
rispetto per i … Gaudium et spes 27
Obbligo dei singoli e dei popoli verso i … Gaudium et spes 69
  Apostolicam actuositatem 8
I Vescovi devono insegnare l'amore dei … Lumen gentium 23
avere per essi particolari premure Christus Dominus 13
e aiutare la Chiese … Lumen gentium 23
I … sono affidati specialmente ai sacerdoti Prebyterorum ordinis 6
  Prebyterorum ordinis 17
  Prebyterorum ordinis 20
carità paterna dei parroci per i … Christus Dominus 30
I religiosi e i … Perfectae caritatis 13
  Ad gentes 20
I … e l'apostolato dei laici Apostolicam actuositatem 8
Cooperazione coi fratelli separati per i … Unitatis redintegratio 12
v. Chiesa; Piano divino

Catechismo della Chiesa Cattolica

Dio forma Israele come suo popolo 64
Il Padre rivelato dal Figlio 238
La predestinazione di Maria 489
L'annunzio del Regno di Dio 544
L'ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme 559
Cristo discese agli inferi 633
Nel Regno e nell'esilio 709ss
« Gioisci, piena di grazia » 724
Ogni Chiesa particolare è « cattolica » 832
La missione - un'esigenza della cattolicità della Chiesa 852
Il collegio episcopale e il suo capo, il Papa 886
L'inferno 1033
La presenza di Cristo operata dalla potenza della sua Parola e dello Spirito Santo 1373
I frutti della Comunione 1397
La Chiesa domestica 1658
La carità 1825
La solidarietà umana 1941
Il giorno di sabato 2172
La famiglia e la società 2208
L'amore per i poveri 2443ss
« Oggi » 2660
L'orazione 2713
Cristo
I tratti comuni dei Misteri di Gesù 517
Il Mistero del Natale 525
Lo svolgimento della celebrazione 1351
« Guarite gli infermi…» 1506
Il rispetto dei beni altrui 2408
Comp. 520

Codice Diritto Canonico

aiuti ai … da parte dei fedeli 222 § 2
da parte della Chiesa 1254 § 2
quanto alla amministrazione dei sacramenti 848
alla cura pastorale del parroco 529 § 1
diocesi … 1274 § 3